Fa sesso in caserma e segna ora extra. Militare a processo a Ravenna

Ravenna

RAVENNA. Avrebbe approfittato dell’ora di straordinari per fare sesso all’interno della caserma nella quale era in servizio. Un’accusa che ieri è costata il rinvio a giudizio per un 49enne, appuntato scelto dell’Arma. È quanto deciso dal giudice per l’udienza preliminare Janos Barlotti sulla scorta della richiesta presentata dal sostituto procuratore Cristina D’Aniello. La difesa del militare (rappresentato dall’avvocato Enrico Ferri) aveva chiesto il non luogo a procedere, decidendo di non ricorrere a riti alternativi e preferendo piuttosto sostenere la regolarità dell’operato del 49enne nel corso di un normale dibattimento. Il processo prenderà il via dunque nel luglio 2020.

Sesso in caserma
I fatti risalgono all’11 gennaio del 2018, ma sono emersi solamente alcuni mesi più tardi sull’onda di una denuncia poi rivelatasi infondata. A notte fonda il carabiniere aveva chiesto a un collega in servizio di potere salire in caserma con due donne che avrebbe dovuto interrogare, segnando anche un’ora di straordinari. Quella stessa notte con una delle due avrebbe consumato un rapporto sessuale, finito in seguito al centro della denuncia per violenza sessuale sporta dalla stessa donna. Quest’ultima lo aveva accusato di averla costretta controvoglia a un rapporto completo, facendo così scattare le indagini anche per violenza sessuale. Gli accertamenti dell’Arma avevano portato però a smentire la donna, avvalendosi anche della testimonianza dell’amica che quella notte era entrata con l’appuntato in caserma. Il rapporto, in definitiva, era stato consensuale.

Così ieri, davanti al gup, il 49enne - ora trasferito in un altro comando - è comparso solo per le accuse di falso e truffa, legate alla “bugia” detta al collega per farsi aprire, e all’ora di straordinario segnata durante la “sveltina”. Per la difesa del militare, al di là della denuncia calunniosa poi caduta nel vuoto, quella notte l’appuntato scelto aveva effettivamente espletato attività d’ufficio in orario straordinario. Avrà modo di dimostrarlo durante il dibattimento, davanti al giudice monocratico.

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