Servizi educativi, accordo sindacale per 155 ma la Uil non firma

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Dopo dieci ore di discussione nella notte di giovedì due sindacati su tre hanno siglato l’accordo che riguarda i 155 lavoratori, solo per il territorio di Imola, che potranno decidere, e nel qual caso hanno poco tempo per farlo, di licenziarsi dalle coop Solco e Seacoop (nel caso anche di dimettersi da soci) e passare al nuovo gestore dei servizi designato dalla gara d’appalto circondariale. La firma il calce al verbale di accordo l’hanno siglata Cgil e Cisl, con le rispettive sigle di categoria, ma non la Uil, per la quale l’accordo non garantisce appieno i lavoratori che si trovano di fronte a quel che viene definito «un salto nel buio».

L’accordo siglato

L’incontro dei sindacati con il Consorzio Blu faentino che subentra nell’appalto da 19 milioni di euro alle coop sociali imolesi nella gestione dei servizi educativi e di inclusione scolastica degli alunni con disabilità del circondario, puntava a far valere le tutele del contratto nazionale che si attiva nei casi di cambio appalto. Ora si dovrà aprire la stessa trattativa anche per i lavoratori di Medicina e Castel San Pietro, parimenti interessati da un cambio di gestione, mentre nei Comuni della Vallata e di Dozza i medesimi servizi sono stati riassegnati alle due storiche coop imolesi che li seguivano prima. «La metodologia adottata dal Circondario imolese per l’assegnazione valuta in modo determinante l’offerta economica facendo passare in secondo piano il progetto di qualità presentato dalle coop e società che hanno partecipato alla gara –premettono Cgil e Cisl –. Questa metodologia unita al fatto dei tempi strettissimi tra l’aggiudicazione, 29 agosto, e l’inizio di servizi delicati e importanti quali l’inclusione scolastica, 1 settembre, hanno determinato grande apprensione tra gli operatori coinvolti». Data la premessa, le due sigle affermano però di aver «messo una pezza» con il verbale da loro stesse siglato «che prevede la continuità lavorativa sui servizi e il mantenimento delle condizioni contrattuali attualmente riconosciute, ovvero parità di salario, inquadramento e articolazione oraria».

La posizione dura della Uil

Per la Uil le garanzie dell’accordo erano invece tutt’altro che soddisfacenti. Intanto, premettono Giuseppe Rago e Paola Saja rispettivamente di Uil Fpl e Uil Tucs, «la cooperativa subentrante ha lamentato le proprie difficoltà nel garantire la prosecuzione del servizio e l’espletamento di tutte le formalità previste per procedere alle assunzioni in quanto, alla data di giovedì, gli elenchi contenenti le informazioni utili per procedere all’acquisizione del personale inviati dalle cooperative cessanti risultavano incompleti. Inizialmente ha proposto di definire intese che non riguardassero l’intero personale oggetto dei servizi, ma solo 34 persone, che avrebbe dovuto prestare servizio il primo e il 5 settembre, che avrebbero perentoriamente dovuto fornire la propria manifestazione di volontà all’assunzione presso la nuova cooperativa entro le ore 16 della giornata di ieri. Dopo una nostra richiesta di risposta da fornirsi da parte dei lavoratori entro 15 giorni per accettare il passaggio da vecchio a nuovo gestore, il Consorzio ha concesso una risposta entro le ore 12 di venerdì 2 senza specificare cosa mai potesse succedere a coloro che non la dessero né avendo formalizzato alcuna proposta di assunzione. Una vera assurdità, un salto nel buio da parte dei lavoratori costretti a comprare a scatola chiusa. Non potevamo accettare né sottoscrivere accordi capestro». Un altro elemento contestato dalla Uil è che a fare fede rispetto alle condizioni di lavoro da applicare per chi “emigra” alla nuova coop sia la busta paga di giugno scorso e non quella di agosto, data a cui corrisponde la fine della gestione ormai finita.

Resta invece da capire quale sarà l’impatto per le coop escluse, oltre che per i loro lavoratori, in termini di tenuta. Chi decide di licenziarsi infatti diritto a tutte le liquidazioni comprese, eventualmente, le quote sociali. Quindi oltre al mancato incasso della cospicua commessa ci saranno anche esborsi da affrontare nell’immediato.

Anche in seno all’Alleanza delle cooperative si scatena la polemica. A prendere le distanze dalle dure critiche espresse nell’immediato dalla Alleanza stessa con un comunicato ufficiale, è stata ieri la Agci, che come Legacoop e Confcooperative fa parte della stessa triade. «Abbiamo letto non senza una certa dose di stupore quanto pubblicato ieri sui giornali locali in merito all’aggiudicazione dei servizi educativi, scolastici assistenziali e di mediazione scolastica nel circondario imolese per il prossimo triennio», dice Emanuele Monaci, vicepresidente regionale Agci, di cui sono socie alcune delle coop che formano il consorzio vincitore dell’appalto in questione –. Tali affermazioni non fanno che danneggiare l’immagine della cooperazione sociale all’esterno minando la credibilità dell’intero sistema mentre in questo caso le preoccupazioni sono del tutto infondate». E scongiura tagli e danni per il personale. Gli fa eco Katia Ceccarelli, presidente del Consorzio Blu e della cooperativa Ancora alla quale sarà affidato il servizio su Imola: «Il Consorzio Blu vanta un’ampia e consolidata esperienza nel settore. Sono numerose le gestioni identiche portate avanti su diversi territori e regioni, tutte con elevati standard. È evidente che una realtà di rilievo nazionale, che impiega oltre 5000 persone in 8 regioni e dispone di diverse sedi, possa mettere in campo soluzioni gestionali particolarmente competitive, ottimizzando gli standard».

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