Serena Ortolani lascia l'Omag e il volley: «Ho ascoltato il mio corpo»

Serena Ortolani ha detto stop. Dopo 27 anni trascorsi tra palestre, parquet e taraflex, dopo aver vinto una Coppa del Mondo, una World League, due campionati Europei, quattro scudetti, tre Coppe Campioni e chi più ne ha più ne metta, dopo aver trovato se stessa e l’amore della sua vita, ha deciso di appendere le ginocchiere al fatidico chiodo. Una decisione che parte da lontano, idealizzata, pensata, meditata e che alla fine le ha fatto prendere in mano il telefono e comunicare allo stato maggiore della Omag-Mt che per lei era arrivato il momento di fermarsi.


Serena, da dove nasce questa decisione?


«Ho ascoltato il mio corpo, ho compiuto da poco 35 anni e nella vita arrivano priorità che non puoi più mettere da parte. Del resto avevo deciso di fermarmi già quest’estate, ma poi la telefonata del presidente Manconi, il suo entusiasmo, il fatto che sia riuscito a riaccendere quel sacro fuoco che avevo dentro, mi hanno convinta a tornare sui miei passi. Adesso però è arrivato il momento di fermarmi, anche se mi lascio sempre aperto un piccolo pertugio perché nella vita non si può mai dire mai».


Una decisione che non deve essere stata facile da prendere.


«Quando fai qualcosa che ti piace non è mai facile fare un passo indietro anche se le ultime due stagioni non sono state facili tra Covid e altri problemi. Poi è arrivato San Giovanni e in questi mesi mi sono ritrovata ad avere le stesse emozioni, la stessa voglia, lo stesso entusiasmo di quando ero poco più che una ragazzina. Andare agli allenamenti era un momento di gioia, stare con le ragazze è stato fantastico. Anzi, le voglio ringraziare una a una perché mi hanno fatto rivivere emozioni che si erano un po’ sopite. Dentro e fuori dal campo. Un grazie speciale alla famiglia della Consolini, una piccola realtà dove si vive di pallavolo, dove lo staff è da serie A, dove il pubblico ti regala una marcia in più. Sono stati pochi mesi, ma che non dimenticherò mai».


Anche perché per lei c’è un posto in società.


«Per questa stagione continuerò a stare con le ragazze, come ho detto loro per qualsiasi cosa io ci sarò. Poi vediamo con la società che ruolo potrò avere. Stare nell’ambito della pallavolo mi piacerebbe perché è stata la mia vita».


C’è una vittoria che ricorda con più gioia?


«Non c’entrano coppe o medaglie, c’entra il percorso che ho potuto fare. Anno dopo anno il mio bagaglio si è arricchito sempre di più. Ho conosciuto tante belle persone, ho trovato tanti amici, ho trovato quello che poi è diventato mio marito, ma soprattutto la pallavolo mi ha fatto crescere. Sono passata da una Serena timida e impacciata a una Serena convinta dei propri mezzi e con la consapevolezza che lavorando duro i risultati arrivano».


Un momento bello, però, ci sarà pur stato?


«L’emozione che ho provato quando sono tornata in campo dopo la nascita di mia figlia Gaia».


Ha un rimpianto particolare?


«Sinceramente no. Forse non aver giocato la finale di Coppa Italia con le mie compagne».


A proposito, come pensa possa reagire la squadra?


«Le compagne continueranno a fare bene perché ne hanno tutte le capacità. E io le sosterrò come potrò».

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