Sepang e i test da decifrare: il nascondino di Marquez e Quartararo

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Ducati e Aprilia si avvicinano all’avvio della stagione MotoGP con il vento in poppa, ma a Sepang, forse, si sono nascosti sia Marc Marquez che Fabio Quartararo. Soprattutto lo spagnolo della Hrc potrebbe essersi tenuto nella tasca qualche colpo a sorpresa. Honda ha lavorato tanto per metterlo in condizione di sfidare Pecco Bagnaia e tutta l’armata di Borgo Panigale. I test invernali contano il giusto, spesso poco o nulla, ma una analisi la meritano sempre.

Enea e Pecco

Alcuni dati, in Malesia, sembrano emersi e ben delineati: Enea Bastianini e Francesco Bagnaia possono collaborare e scambiarsi informazioni nei box (tanti si aspettavano un clima freddo fra i due, caratterialmente molto diversi), Maverick Viñales si era svegliato bene in Malesia ed è stato velocissimo, così come lo è stato il compagno Aleix Espargaro (3° e 6° i due), portando Aprilia al ruolo di seconda forza del mondiale; Luca Marini è un diesel che potrebbe stupire, mentre Marco Bezzecchi un fulmine che potrebbe sfruttare al meglio la GP22 collaudata; la Gp23 qualche problemino di messa a punto giovanile lo ha mostrato; Miguel Oliveira, sul bagnato, può portare alla vittoria anche la RsGp; Marc e Fabio, però, si sono un po’ nascosti.

Marquez e Quartararo

Partiamo proprio da questa ultima considerazione: il capitano della squadra Honda ha chiuso la tre giorni malese con il 10° miglior crono, alle spalle proprio del fratello Alex con la rossa del Gresini Racing (Di Giannantonio l’altro pilota del box faentino è stato buon 7°), in 1’58”666, a quasi 0,8” dalla pole di Luca Marini, in 1’57”889, ma probabilmente non ha spinto al massimo. Cosa ci porta a questa riflessione? Il fatto che al 12° troviamo Joan Mir, suo compagno di squadra, in 1’58”784, ad un soffio da Marc. Difficile pensare che l’ex campione del mondo della Suzuki nel 2020, appena approdato in Hrc, sia così vicino all’esperto Marquez più grande, anche perché non è mai stato un pilota da giro secco. Ergo, a Sepang, il numero 93 non ha spinto come può. Quanto abbia nel taschino è difficile da immaginare, ma fra un mese a Portimao, quando si farà sul serio nella prima tappa stagionale, lo capiremo davvero. Vedremo se Mir gli sarà incollato anche in Portogallo. Alex Rins, altro transfuga Suzuki approdato in Honda, ma nel team satellite Lrc, non è lontano: 19° in 1’58”932.

In Yamaha è arrivato un propulsore più potente e alcune altre migliorie che hanno soddisfatto “El diablo”, ma la M1 non riesce a fare lavorare bene gli pneumatici da tempo, supermorbidi. Quartararo l’ha definito un “disastro”, ma questo non ci ha permesso di comprendere il reale potenziale del nuovo pacchetto che ha in mano. Certo che partire indietro in MotoGP è un gran problema, ma è possibile che la quadra per l’adattamento agli pneumatici morbidi venga risolta in poche settimane. Fabio ha girato in 1’58”897, che vale il 17° ad 1” dalla vetta. Anche qui il suo compagno di squadra, Franco Morbidelli, non è distante: 20° in 1’58”986. I giapponesi forse sono messi meno male di quel che sembrano.

Le altre

Le Ktm non pungono. Il migliore è stato il rientrante Pol Espargaro, con il mezzo marcato GasGas, 13° davanti a Brad Binder, per i due un 1’58”797 e 1’58”812, con il neo arrivato Jack Miller 18° ma in 1’58”901. Ducati fa la mattatrice con quasi tutti i suoi piloti: “srazza” solo un floscio Zarco, 16°, gli altri sono nei primi 10, 7 rosse nei primi 10, 4 nei primi 5. Il francese del Pramac, in carriera, ci ha abituato a cali di umore che lo hanno rallentato. Intanto a Sepang alcuni team hanno annunciato quali wild card faranno fare ai loro collaudatori (massimo 3 per costruttore): per Lorenzo Savadori, Aprilia, ha pensato a Mugello, Assen ed Austria. Peccato che non ci sia Misano. Ducati porterà Michele Pirro al Mugello, a Misano e, forse, in Olanda. Per Ktm Pedrosa correrà a Jerez ed, forse, a Misano, mentre Honda, con Stefan Bradl, e Yamaha con Cal Crutchlow, non hanno ancora definito le loro apparizioni.

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