Se i piccoli bottoni possono raccontare grandi eventi storici

Da Santarcangelo ai confini dello spazio: così dilaga la passione “attacca bottone”. Ha soffiato su 87 candeline nella giornata di ieri Giorgio Gallavotti, fondatore nel 2008 del Museo del bottone di Santarcangelo. La sua collezione comprende 8500 pezzi di tutti i continenti, dal Seicento ai giorni nostri, con chicche speciali direttamente dallo spazio, come il bottone giunto in dono per l’85esimo compleanno dall’astronauta Luca Parmitano o quelli della talare di papa Francesco ricevuti nel 2017. Senza dimenticare l’esemplare disegnato da Picasso per la stilista Coco Chanel fino a quelli usati come messaggi in codice, passando per monili legati a Mozart o Maria Antonietta. E non manca un pizzico di stravaganza come i bottoni in stile liberty decorati con chicchi di caffè inseriti a caldo in resine naturali.

Gran viaggiatore e santarcangiolese doc, Gallavotti è stato fino al 2001 titolare della merceria aperta nel 1929 dal padre Giacomo, prima ambulante e poi vicesindaco noto in città come “Berto ad Zucchi” a cui ha dedicato l’esposizione. «Questo compleanno mi trova in perfetta salute fisica e mentale», commenta Giorgio con un sorriso notando che per altri progetti «c’è ancora tempo, anzi se ne riparlerà l’anno prossimo».

La storia

La sua vita è legata a doppio filo a un’insolita passione iniziata negli anni Ottanta e culminata nella prima esposizione del 1991. E se ora i 23 gradini che lo separano dalle sale sono faticosi da salire, questo nonno di tre nipoti resta un vulcano di idee con 2 libri all’attivo, l’uno alla 7ª e l’altro alla 10ª edizione. Il suo interesse ha ispirato una struttura analoga in Patagonia e 13 tesi di laurea. Racconta il re del bottone: «Ho chiesto un omaggio anche alla regina Elisabetta scomparsa di recente. Rispose che è impossibile accontentare quanti chiedono un suo ricordo». Ma un pizzico del carisma di sua maestà aleggia anche all’ombra del Campanone, perché «ora è quella missiva a far bella mostra di sé». Come è solito ripetere: piccoli bottoni possono raccontare grandi eventi storici, ma mai avrebbe immaginato un tale successo, ora che il suo museo è socio fondatore dell’Associazione nazionale dei piccoli musei.

Tanti i sacrifici e le sofferenze affrontate, tra cui la perdita dell’amata moglie Giulia che, come una musa, l’ha sempre sostenuto in un’avventura che non accenna a spegnersi.

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