Scoprendo un angolo del centro: decine aprono case e negozi a Forlì

Forlì

FORLÌ. Entrare per un giorno nella vita e nel lavoro delle persone, come “turisti” in un luogo esotico… che però si può raggiungere comodamente da casa propria in bicicletta. E’ quanto permette di sperimentare “Particolari – Straordinari incontri di vite quotidiane”, una iniziativa delle associazioni “Idee in corso” e “Regnoli 41”, con il coordinamento della Casa del Cuculo e di Elena Salvucci.

L’occasione

Al secondo anno di vita, “Particolari”, progetto cofinanziato dal Comune nell’ambito delle iniziative di “Forlì Sicura 2019” e sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, si appresta a superare i duecento partecipanti registrati nell’edizione 2019.
Gli organizzatori hanno infatti coinvolto quasi 30 famiglie, laboratori e studi del quartiere San Pietro di Forlì, che il prossimo 25 gennaio apriranno le proprie porte per raccontare cosa si svolge in quel centro storico che a volte attraversiamo troppo distrattamente, e aiutarci a riscoprire, magari, il valore della conoscenza reciproca.

Il programma

Dalle 10 alle 19, in corso Mazzini 130, sede dell’associazione “Idee in Corso”, sarà consegnata la mappa con i luoghi da visitare e gli orari di ogni casa. E poi… via all’esplorazione: del bistrò contemporaneo dove lo chef Paolo insegna l’arte di fare la pasta fresca in laboratori istantanei aperti a tutti, dello studio di psicologi che illustrano come occuparsi della propria salute psicologica nelle diverse fasi della vita. Un orafo mostrerà invece i segreti del lavoro con i materiali più preziosi, mentre una famiglia di nuovi cittadini cinesi inviterà a condividere i riti del proprio Capodanno e si potrà fare una capatina anche nel centro di preghiera musulmano.

«A chi vorrà partecipare a questo insolito tour nella “Forlì nascosta”, saranno riservate, insomma, tante sorprese - commenta Elena Salvucci -. E per tutti i forlivesi il 25 gennaio sarà una splendida occasione per capire perché è bello vivere in questa parte di città, un luogo dove è ancora possibile guardarsi negli occhi e raccontarsi, prendendosi il giusto tempo per conoscere l’altro». m.t.i.

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