Scoliosi, per la prima volta combinate due tecniche al Maria Cecilia Hospital

Lugo

Una scoliosi idiopatica, ovvero senza una causa specifica, estremamente grave affliggeva una giovane paziente, una 15enne siciliana. La deformità della colonna vertebrale di 130 gradi Cobb provocava dolore nello svolgimento delle attività quotidiane e un forte disagio psicologico. Per restituire una buona qualità di vita alla giovanissima paziente si è reso necessario un approccio inusuale che rappresenta un unicum in Italia. L’équipe costituita dai dottori Francesco Lolli e Andrea Messina, entrambi membri dell’Unità di Neurochirurgia di Maria Cecilia Hospital, è intervenuta con due interventi di correzione, la combinazione dei quali ha costituito una novità assoluta nel panorama sanitario italiano.

Intervento in due tempi

L’intervento di correzione si è svolto in due tempi. Il primo intervento chirurgico è consistito nell’inserire una barra magnetica transitoria dentro la colonna vertebrale. Si chiama Growing Rod Magnetico e solitamente viene utilizzato nei pazienti pediatrici. Dopo l’inserimento della barra magnetica, la 15enne si è sottoposta periodicamente a sedute di allungamento in ambulatorio: tramite un attivatore esterno, è infatti possibile estendere la barra magnetica, per correggere gradualmente la scoliosi e rendere la colonna più “elastica” in vista dell’intervento definitivo. Durante questo periodo la ragazza si poteva muovere liberamente, compatibilmente con il fisiologico dolore post operatorio. A distanza di 40 giorni si è poi sottoposta al secondo intervento chirurgico per la rimozione della barra magnetica, la sostituzione con le barre definitive e la correzione completa della scoliosi. La riabilitazione post operatoria per gli interventi di correzione della scoliosi prevede una ginnastica respiratoria utile a favorire la ripresa del polmone dal lato della vertebrectomia. «La giovane soffriva da tempo di scoliosi – commenta il dottor Francesco Lolli – e le indagini genetiche avevano escluso patologie sottostanti, quindi non si conosce l’origine della sua deformità. Se non fossimo intervenuti chirurgicamente, con il passare del tempo sarebbe andata incontro a una grave insufficienza respiratoria e a una serie di problematiche cardiache e polmonari, proprio a causa della grave deformità della gabbia toracica». L’intervento è stato effettuato in équipe con il dottor Andrea Messina. «Si tratta di un’operazione rischiosa – spiega – la letteratura scientifica parla di un rischio di danno neurologico dell’8%. La vertebrectomia si è però rivelata efficace, consentendo di correggere ulteriormente la curva della colonna vertebrale e di ottenere la correzione definitiva della scoliosi, un ottimo risultato funzionale ed estetico, quest’ultimo aspetto da non sottovalutare considerata anche la giovane età della paziente».

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