Scatti al fotofinish al "Si fest" di Savignano

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La fotografia ferma il movimento e lo scorrere del tempo: una proprietà magica, capace di restituire attimi che altrimenti svanirebbero in una nebbia di impressioni. E il 31° Si fest, sotto la direzione artistica di Alex Majoli, ha scelto di indicare come materia di educazione fisica la suggestiva mostra “Fotofinish”, che presenta ancora l’1 e il 2 ottobre nella palestra della scuola primaria “Dante Alighieri” (via Perticari 55/57) un’emozionante carrellata di grandi imprese che odorano di velocità, di muscoli e spasmodica tensione emotiva.

Il fotofinish, apparecchiatura fotografica che permette di chiarire l’ordine e i tempi di arrivo nelle gare sportive, venne introdotto ufficialmente alle Olimpiadi nel 1932, con la la capacità di scomporre il movimento in quelli che Gilles Deleuze chiamerebbe «istanti privilegiati», attimi speciali in cui esplode la gioia e si fa la storia dello sport.

La mostra propone dodici di questi istanti, dai giochi di Melbourne 1956 a Sydney 2000, dodici arrivi olimpici tratti dagli archivi del Cio e legati alla disciplina simbolo dei giochi, l’atletica leggera. Scatti generati non da un essere umano, ma un dispositivo automatico che, per composizione formale, non hanno nulla da invidiare alla fotografia artistica: dai 110 metri ostacoli di Melbourne 56, tra turbinii di scie, dove Lee Calhoun brucia Jack Wells Davis gettandosi di spalla, ai 400 metri di Roma 60 quando a nulla vale il tuffo disperato di Carl Kaufmann, sotto gli occhi di un vittorioso Otis Davis. Alcune istantanee poi sono pezzi di memoria collettiva: Wilma Rudolph, stella di Roma 60, vince per distacco i 100 metri lasciandosi dietro le avversarie, il logo dei giochi con la lupa capitolina e anche un’infanzia segnata dalla poliomielite e dalla povertà. A Los Angeles 84, c’è Carl Lewis, “il figlio del vento”, a guidare la tripletta statunitense nei 200 metri. In questa carrellata di momenti memorabili non mancano infine due cimeli: i fotofinish firmati da Jordanka Donkova, prima nei 100 ostacoli a Seul 88, e dalle staffettiste della 4×100 statunitense, oro ad Atlanta 96.

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