Scandalo a San Marino, ecco le accuse al Capo di Stato

San Marino

Lo scandalo s’addensa sul Titano, il più giovane capo di Stato al mondo è accusato di molestie sessuali. Saranno i nove giorni più lunghi della storia sammarinese, perché quando mancava un soffio al passaggio di testimone semestrale, sancito dal 1° aprile, il Capitano Reggente Giacomo Simoncini è stato travolto dalla peggior bufera. L’accusa di molestie sessuali lanciata da una dipendente di Palazzo piomba addosso come un macigno al 27enne esponente di Noi per la Repubblica, il secondo più giovane nella millenaria terra della libertà. A darne notizia uno dei quotidiani del Paese, L’Informazione, che ricostruisce la vicenda con dovizia di particolari. L’episodio risalirebbe ai primi di marzo, quando il Reggente avrebbe chiamato la segretaria, una signora ben più grande di lui, dicendole che la zip dei pantaloni si era rotta. Inutile l’invito della donna a rivolgersi al donzello, tra le cui mansioni rientrano appunto simili imprevisti. Giusto un istante e con la scusa della cerniera, Simoncini si sarebbe mostrato nudo dalla cintola in giù, palesando i suoi veri intenti. Riuscendo a fuggire, la donna si sarebbe rivolta ai superiori e al co-reggente Francesco Mussoni. Ma non è tutto. Il suo avvocato avrebbe informato in modo ufficioso la magistratura, posticipando la denuncia a dopo il 1° aprile, per evitare un altro polverone mediatico. A scendere in campo contro il rappresentante del Centro-sinistra sarebbe pronto anche il Sindacato della Reggenza che, fondato nel 1499, prevede la possibilità di presentar denuncia contro la massima autorità statale tre giorni prima del ricambio semestrale, che vedrà subentrare Oscar Mina della Dc e Paolo Rondelli di Rete che al suo debutto come Reggente ha lottato per le unioni civili sul Titano.

I commenti

Intanto il capogruppo di Npr, Gian Nicola Berti dichiara: «Siamo rimasti sconcertati per quanto letto, specie conoscendo Simoncini, ma propendere per una tesi o l’altra ora è irrispettoso». E rivela: «Anche il Reggente era frastornato e per certi aspetti incuriosito». Stessi toni per Nicola Renzi al timone di Rf che ieri sera ha convocato d’urgenza il coordinamento «per le valutazioni del caso». In linea Giuseppe Morganti da Libera: «Restiamo in rispettoso silenzio verso l’unica carica che ha ancora un pizzico di credibilità, aspettando l’evolversi della situazione».

La replica

Dal canto suo il Congresso promette che «sarà fatta ogni dovuta chiarezza, consentendo anche al diretto interessato di chiarire nel rispetto delle norme istituzionali». Si precisa infatti che il silenzio di Simoncini dipende dalla «correttezza istituzionale che vieta ai Capi di Stato di esprimere opinioni e rilasciare dichiarazioni durante il loro mandato, anche per non incorrere nel reato di vilipendio contro la Suprema Magistratura». Fiato sospeso dunque per la fine del semestre reggenziale, quando l’accusato «potrà parlare e favorire così l’affermazione della verità».

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