"Sbligarsi dalle risate" con Alessandro Ciacci

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Seduto all’angolo, occhiali neri, corpo magro, sguardo intelligente. «Sembri Arthur Miller», gli scrive un’amica sulla pagina Facebook. L’aspetto di Alessandro Ciacci (1989) da Rimini rimanda a quello del famoso drammaturgo; forse perché anche lui scrive per il teatro, in più recita pure e dirige gli attori. Spesso sale sul palco in solo, per fare ridere con i suoi monologhi; addirittura fa sbellicare dalle risate, come promette con il suo “Sblighésss”, stasera alle ore 21 al teatro Walter Chiari di Cervia, dove aprirà la rassegna di stand-up.

Ciacci, cosa succede nel suo show che intitola con una parola del dialetto riminese?

«Lo considero come un flusso di coscienza comico. Dove attingo dal mio repertorio, senza una scaletta precisa, mi lascio trasportare dal respiro della sala, anche improvvisando. Attingo dalla tradizione letteraria che metto al servizio dell’umorismo in chiave contemporanea. Non manca un focus sulla nostra Romagna, analizzo aspetti tipici in chiave ilare. È un monologo comico, anche se oggi va di moda chiamarlo stand-up».

Il suo eloquio è fluido e forbito, non usa termini volgari, le sue radici non sembrano quelle di un monologhista comico.

«Quotidianamente mi interrogo su come sia arrivato alla comicità. Non ho mai sentito la vocazione del comico; ho sempre preferito la scrittura, i libri e il loro mondo, lo studio. È vero però che sin dalla prima liceo, allo scientifico Serpieri di Rimini, ho frequentato laboratori teatrali fino alla 5ª. Una volta diplomato, ho continuato a Bologna alla Scuola di teatro Colli (per qualche anno fu anche a Cesena, ndr), mi interessava il teatro di prosa. In quella scuola avevamo anche esami di drammaturgia; succedeva che, senza volerlo, le cose che scrivevo erano caratterizzate da uno smaccato umorismo, che sarebbe diventato la mia cifra; umorismo che pesca un po’ dal mondo dei libri e della cultura, e da una certa ricerca di testi. Inconsapevolmente mi sono ritrovato anche comico».

Nella sua pagina Facebook, sotto il logo “Ciacci uari uari”, si legge un elenco di date diverse, commedie, libri, monologhi, addirittura Joyce: come riesce ad essere un tuttofare?

«Riflette un po’ il mio essere lettore onnivoro, dai saggi scientifici e storici alla narrativa di classici e di fari della “comicità” occidentale: Rabelais, Swift, Aristofane, Plauto, ma amo anche la scrittura sperimentale avant-pop. Questa passione mi ha portato a dedicarmi al teatro come attore, come regista, come autore e drammaturgo, in progetti diversi. Come comico non mi interessa la satira sociale radicata nell’attualità, per me è più urgente parlare di scrittori di 500 anni fa».

Ci dica qualcosa sulle due novità al Mulino di Amleto di Rimini.

«La prima è la commedia Sweet Lily suite (sabato 22 gennaio) di cui sono regista; l’ho scritta tempo fa su di me come protagonista, ma ora l’ho riadattata per un altro attore. Lily è una prostituta con cui il protagonista ha un’esperienza un po’ “kafkiana”. Ne deriva una girandola di equivoci per un testo sulla falsariga della pochade francese. Ulisse (sabato 5 febbraio) è invece un mio one man show di un’ora in cui ambisco a condensare l’ Ulisse di Joyce come romanzo comico. Lo stesso Joyce, testimonia la moglie, “ride talmente forte, preso dalla scrittura dell’ Ulisse”. A questi due lavori si aggiunge una nuova pubblicazione dopo l’estate, un saggio di linguistica e letteratura che fa seguito al mio precedente “La tassonomica dei mirabili” (Aras edizioni), 16 racconti tra narrativa fantastica e saggistica dal sapore arcaico e barocco».

Il suo 2022 è già completo.

«In realtà ho un progetto ancora più ambizioso che dovrebbe debuttare a settembre: riportare in scena il Guerrin Meschino, capolavoro quattrocentesco, di successo fino all’800. Ho recuperato il testo originale, “mattone” in 8 volumi, per trarne uno spettacolo comico, né una commedia inglese, né stand-up».

In questo suo gran fare teatrale, ce l’ha una figura di riferimento?

«Sì, il grande faro che brilla davanti ai miei occhi è Paolo Poli, vorrei riprendere quel suo teatro un po’ all’antica e aggiornarlo al 2022 fondendo tutte le esperienze che ho imparato: il monologo, il teatro, la scrittura. Per creare un’opera di teatro totale».

Euro 15. Info: 0544 975166

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