Savignano: Torroni e gli orrori della guerra

Cultura

SAVIGNANO. In un’epoca come quella attuale dominata dalla paura, la celebrazione imminente del 25 aprile ricorda l’insegnamento giunto da un altro tempo dove si intrecciavano terrore e incertezza. quella che fece rivivere nei suoi “Ricordi di guerra” lo scrittore savignanese Giuseppe Torroni (1928-2019).
Imprenditore benemerito impegnato in importanti progetti in campo agricolo e avicolo, insignito nel 2018 della “Lom d’or” per i romagnoli illustri, Torroni pubblicò queste sue memorie nel 2009 per il Ponte Vecchio, affinché, si legge, ‹‹non venissero dimenticati gli orrori della guerra, ™che videro la distruzione quasi totale di Savignano››, simboleggiata sulla copertina del volume dalla foto del Municipio sventrato, con il corredo di numerose foto aeree e terrestri dei luoghi devastati e delle operazioni e ricostruzioni grafiche disegnate dall’autore. Pagine dense di fatti, di persone e di ricordi legati alla memoria di quei giorni che vanno da metà settembre a metà ottobre del 1944, colmi della paura stupefatta destata nella collettività ‹‹dall’avvicinarsi della guerra che stava manifestando sempre più il suo volto atroce››.
‹‹Ricordo bene un particolare, a fine maggio a Rimini – scriveva l’autore – sulla strada davanti al Duomo in una buca grandissima, in una voragine creata dallo scoppio di una bomba, era cresciuto alto il grano e mostrava una bella spiga bionda, mentre la città era quasi distrutta. Due contesti opposti, il grano e dall’altra parte lo spettro della distruzione e della morte che davano la dimensione di quella immane tragedia che stava avanzando a grandi passi››.
Seguono sulle pagine di Torroni le cronache del terrore che colpì la comunità costretta a cercare rifugio altrove da quando ‹‹il 29 giugno 1944, giorno dei santi Pietro e Paolo, avvenne il primo attacco aereo su Savignano con mitragliamenti e bombardamenti, lungo la linea ferroviaria, nella zona compresa tra Gambettola, Savignano e Santarcangelo››.
Raccontando per sé ma anche per i nipoti ‹‹perché sappiano e perché contribuiscano a evitare, per quanto sarà loro possibile, il ritorno di tempi tragici, quando la storia era ferma, esterrefatta di fronte alla violenza e alla crudeltà degli uomini››.

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