Savignano, rapina in farmacia: carabiniere condannato a 3 anni e 8 mesi

Debiti e vizi. I primi accumulati con finanziamenti in serie per l’acquisto di beni di consumo. Rate da pagare per le quali faceva fatica ad essere solvente. Sarebbero state queste le molle scatenanti la “decisione” di mettere a segno una rapina in farmacia. Colpo per il quale ora un (ex) maresciallo dei carabinieri per anni ai vertici dell’Arma di Savignano sul Rubicone è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Due giorni fa il rito abbreviato davanti al gip Domenico Truppa in tribunale a Bologna.
I fatti risalgono ai primi giorni dello scorso mese di novembre. In una farmacia a due passi dal tribunale di Bologna era entrato un uomo, con una mascherina a coprire il volto. Con una pistola aveva sparato un colpo contro una scaffalatura di medicinali per intimare a tutti di stare buoni e non opporre residenza. Poi si era impossessato di 700 euro in contanti, allontanandosi come era arrivato: a piedi.
Sul posto per le indagini di rito erano arrivati gli uomini della Squadra Mobile di Bologna. Che hanno seguito gli spostamenti del rapinatore tramite la visone, nei giorni successivi, delle telecamere di sicurezza della zona. Lo hanno visto entrare nei locali di una pizzeria. E sono andati a chiedere al proprietario del ristorante se conoscesse quell’uomo. «Sì, è un carabiniere che lavora nella sede della Banca d’Italia. Viene speso qui da me a mangiare» è stata la risposta. A quel punto i poliziotti hanno coinvolto anche i carabinieri nelle indagini e ben presto il cerchio delle accuse è stato circoscritto attorno a un maresciallo dell’Arma che prima di trasferirsi a Bologna era stato a lungo ai vertici della stazione dei carabinieri di Savignano sul Rubicone.
Il sessantenne (difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci) era stato qualche settimana dopo il colpo arrestato con a carico le accuse di rapina aggravata e peculato. Una seconda imputazione dovuta al fatto che la pistola con cui aveva sparato in farmacia (una Berretta in quel frangente caricata con proiettili “non letali”) era quella d’ordinanza e quindi di proprietà dello Stato. A fronte di accuse potenzialmente perseguibili con pene fino a 10 anni di reclusione, il giudice su richiesta della difesa ha riconosciuto all’ex militare le attenuanti generiche dovute al fatto che ha anche, nel frattempo, risarcito il danno causato nella rapina alla farmacia. Di qui la, condanna con gli sconti di rito computata in 3 anni e 8 mesi di reclusione. Pena al passaggio in giudicato della quale scatterà per lui anche la definitiva radiazione dai carabinieri.