Savignano, la Fondazione Valducci va in aiuto ai bambini in Tanzania

Savignano sul Rubicone
  • 19 luglio 2025

Dimostrando che «fare il bene è contagioso», la Fondazione Valducci fa un altro dono di mille euro per i bimbi africani. A tre mesi dalla precedente missione in Kenya con “Cittadinanza onlus” di Alessia Valducci e Andrea Ridolfi, i figli Francesco e Nicola Ridolfi, nipoti del compianto imprenditore-filantropo Roberto Valducci, tornano da una missione di tre settimane in Tanzania.

L’imprenditore, già presidente della Filopatridi di Savignano per 5 anni, presidente di Confindustria Rimini e del Centro Pio Manzù, cittadino onorario di Pennabilli, dove opera la “Valpharma Group”, era solito dire «Credo nei giovani, nella loro voglia di cambiare e di fare». E di voglia di cambiare e di fare i suoi giovani nipoti ne hanno da vendere. Sono tornati da pochi giorni da un viaggio nella scuola dell’associazione “Tscs Tanzania Service & Children Support”, nella città di Arusha, per costruire un nuovo complesso scolastico. Grazie al costante impegno di volontari provenienti da ogni parte del mondo, l’associazione è riuscita, negli ultimi mesi, a comprare il terreno ed erigere i primi muri portanti, per i bambini poveri della città. A mancare erano la parte elettrica, l’accesso all’acqua, i soffitti e la sistemazione dell’ingresso. Servirà a questo la donazione di mille euro da parte della Fondazione Roberto Valducci, sorta lo scorso aprile, con sede a Savignano, di cui Francesco e Nicola sono soci fondatori, insieme alla madre Alessia Valducci, al padre Andrea Ridolfi e alla nonna Piera Aniceti. La nuova scuola è frequentata da 70 bambini dai 3 ai 10 anni d’età, suddivisi in tre classi, con tre maestri e alcuni volontari che supportano le attività didattiche e di gioco, in momenti di socializzazione importanti. L’esperienza dei due giovani fratelli in Tanzania fa seguito al viaggio-missione in Kenya dei loro genitori. «Donare un futuro migliore ai bimbi della Tanzania – dicono Nicola e Francesco Ridolfi – è stata un’esperienza unica. Non ci aspettavano di ricevere emozioni così impattanti. Chiunque tornerebbe cambiato dopo esperienze del genere».

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