Il ciclismo romagnolo perde una delle sue figure più autentiche e appassionate: Ezio “Manoc” Turci, storico direttore sportivo della Polisportiva Fiumicinese Fait Adriatica, si è spento all’età di 91 anni. Un uomo che ha dedicato oltre mezzo secolo alla crescita dei giovani, prima come tecnico e poi come instancabile accompagnatore, rimanendo sempre un punto di riferimento per generazioni di ragazzi in maglia giallonera.
Per circa venticinque anni è stato il cuore pulsante della scuola ciclistica Fiumicinese, insegnando ai giovani non solo a pedalare, ma anche a vivere il ciclismo con rispetto e passione. Poi, per altri venticinque, ha continuato a seguire le squadre del vivaio in giro per l’Italia, presente in diverse trasferte. Chiunque abbia frequentato le piste o le gare su strada ricorda la sua voce potente e inconfondibile, un timbro che rimbombava tra i rettilinei dei velodromi, sovrastando spesso perfino gli altoparlanti. Quella voce era un segno di presenza, di calore, di appartenenza.
Quando “Manoc” gridava un incitamento, tutti lo sentivano: il suo entusiasmo era contagioso, il suo tifo una spinta in più per chi stava lottando. Ezio Turci non era solo un tecnico: era un educatore, un secondo padre per tanti ragazzi che dal ciclismo hanno imparato disciplina, umiltà e sacrificio. «Con lui si cresceva – racconta il presidente Rino Sarpieri – perché dietro ogni rimprovero c’era sempre un consiglio, dietro ogni sorriso un incoraggiamento sincero». Oggi la Polisportiva Fiumicinese saluta una colonna della propria storia, un uomo che ha dato tutto senza mai chiedere nulla in cambio, con quella semplicità e quella schiettezza tipicamente romagnole. Il suo ricordo resterà vivo nei racconti di chi lo ha conosciuto e nelle strade dove, per decenni, ha accompagnato i suoi ragazzi a inseguire un sogno chiamato ciclismo.