Rimini: un testimone scagiona il conducente dall'omicidio stradale
Si è conclusa con un’assoluzione la vicenda giudiziaria che ha visto comparire a processo un uomo residente a Savignano sul Rubicone che nel 2019 investì e uccise un ciclista alla rotonda posta all’intersezione tra la via Marecchiese e la statale 16. L’uomo, che oggi ha 60 anni e lavora come agente di commercio, è difeso dall’avvocata del foro di Forlì Paola Mengozzi, ieri mattina è stato sollevato dalla responsabilità di aver causato la morte di Terzo Manuzzi, riminese di 80 anni che il 30 agosto di quasi tre anni fa tentava di attraversare l’incrocio in sella alla sua bicicletta. A svoltare le sorti di quella che appariva come una condanna quasi certa, come spiega la legale, «la testimonianza resa in giudizio da un testimone, che ricostruendo la dinamica del sinistro davanti al giudice ha spiegato come il mio assistito si sia correttamente fermato per dare la precedenza ad altri veicoli in transito, e di come si sia all’improvviso ritrovato il ciclista, travolto, sul vetro del finestrino anteriore sinistro, dal lato quindi del guidatore». Nella sostanza, (seppur in attesa delle motivazioni che il giudice si è riservato di produrre entro 90 giorni), si è riconosciuto che l’automobilista non avesse avuto modo di prevenire il sinistro, poiché un’alta siepe e il cono d’ombra del cavalcavia proiettato sulla strada dal sole a picco avrebbero impedito la visuale. Il conducente dell’automobile, una Opel Astra, secondo il giudice monocratico del tribunale di Rimini, avrebbe quindi agito in modo da “non costituire reato”. Eppure, la ricostruzione della dinamica fatta dagli accertatori al tempo dell’incidente propendeva per attribuire la responsabilità al 60enne savignanese.