Quattro arresti per il colpo da 150mila euro al Romagna Shopping Valley

Savignano sul Rubicone
  • 20 dicembre 2025

SAVIGNANO. I Carabinieri della Compagnia di Cesenatico, coadiuvati dai colleghi di Fermo, Ravenna e Cervia-Milano Marittima, questa mattina hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale Ordinario di Forlì nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti presunti autori di “furto aggravato”, “ricettazione” e “resistenza a pubblico ufficiale”, in concorso tra loro.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Forlì, è stata avviata nello scorso mese di maggio, a seguito del furto alla gioielleria “Blue Spirit”, all’interno del centro commerciale “Romagna Shopping Valley” di Savignano sul Rubicone. Nell’occasione, i malviventi, dopo aver sfondato con una mazza il portone d’ingresso, avevano raggiunto la gioielleria, forzando con un “cric” la saracinesca e, dopo aver frantumato gli espositori e le vetrine con l’utilizzo di martelli, avevano razziato monili e gioielli per un valore di più di 150.000 euro. Inoltre per assicurarsi la fuga, a bordo di un’auto con targhe rubate in precedenza, avevano aperto un estintore, spargendone le polveri, per sottrarsi all’inseguimento dei carabinieri intervenuti tempestivamente a seguito dell’attivazione dell’allarme.

Le successive indagini, sviluppate dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cesenatico, sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Forlì, hanno consentito di ricostruire un quadro indiziario grave, preciso e concordante nei loro confronti. In particolare, attraverso un’articolata, complessa attività investigativa e meticolosi accertamenti sugli attrezzi rinvenuti nel corso del sopralluogo, sono riusciti a risalire all’esercizio commerciale dove erano stati acquistati, nel Ravennate e, grazie all’analisi e comparazione dei filmati della videosorveglianza, effettuati con l’ausilio delle banche dati e dei programmi in uso all’Arma, sono risaliti agli indagati, persone di etnia nomade, già gravati da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.

Il Giudice per le indagini preliminari, sulla base dei precisi, gravi e concordanti indizi raccolti e valutata la pericolosità degli indagati ha così disposto le misure cautelari nei loro confronti, contestando i reati di furto aggravato, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale, misure eseguite dai militari di Cesenatico, insieme ai colleghi dei luoghi di dimora, dopo averli rintracciati tra le province di Ravenna e Fermo.

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