Savignano, il carcere raccontato agli studenti delle superiori

Il tema carcerario entra a scuola: oltre 100 studenti a lezione di legalità. All’istituto “Marie Curie” un incontro voluto dal dirigente scolastico Mauro Tosi e dalla professoressa Roberta Ortis.

Gli organizzatori

L'inconsueto appuntamento, rivolto agli studenti sui temi della legalità e sicurezza sociale, era promosso dall’impresa sociale Altremani srl e dall’ente di formazione Techne, con il contributo della casa circondariale di Forlì. Altremani è la prima società nata in provincia con lo scopo di lavorare sui temi dell’esecuzione penale, offrendo lavoro ai detenuti e promuovendo sul territorio attività educative finalizzate a diffondere nei giovani la cultura della legalità e della tolleranza in un’ottica di prevenzione del reato.

Coinvolte 5 classi

Oltre 100 ragazzi di 5 classi del “Marie Curie” hanno seguito le testimonianze della direttrice della casa circondariale di Forlì, Palma Mercurio, dell’ex detenuto Antonio Semeraro, dell’ex vice comandante ora in pensione, Maria Teresa D’Agata e del direttore generale di Techne, Lia Benvenuti.

Messaggi forti e domande

Agli studenti si è proposta l’importanza di riconoscere i comportamenti “illegali” per prenderne le distanze, ma anche di conoscere la vita “dentro” con il malessere e le limitazioni dovuti alla perdita della libertà dietro le sbarre. I ragazzi sono stati attenti e hanno posto molte domande, dimostrando interesse e curiosità per un mondo poco conosciuto. Posti anche interrogativi spinosi, facendosi raccontare la vita carceraria, i suoi tempi e le sue modalità, analizzando due prospettive: quella del detenuto e quella degli agenti penitenziari. «Che reato hai commesso?», «Come si trascorre il tempo in carcere?», «Le celle hanno la tv?» Sono alcune delle tante domande che gli studenti hanno posto ai relatori.

L’ex carcerato

«Il tempo in carcere non passa mai - ha sottolinea Antonio Semeraro - È tutto tempo sprecato, si perdono anni di vita e spesso resta solo una grande solitudine. L’esperienza carceraria talvolta allontana familiari e amici che prendono le distanze con il rischio per il detenuto, una volta uscito, di trovarsi in una situazione molto difficile senza gli affetti più cari».

L’ex vice comandante

«L’amministrazione penitenziaria prevede diverse attività per riempire le giornate del detenuto - ha spiegato l'ex vice comandante Maria Teresa D’Agata - proponendo percorsi scolastici per chi non è scolarizzato, corsi professionalizzanti e soprattutto attività lavorative. Il lavoro rappresenta il vero strumento per responsabilizzare il detenuto offrendogli una concreta possibilità di reinserimento sociale».

La direttrice del carcere

«Raccontare i fatti e rispondere alle domande dei ragazzi - ha sottolineato la direttrice Palma Mercurio - mettendoci la faccia è un grande esempio che speriamo serva agli studenti per capire un po’ di più la vita detentiva e quali sono gli errori da evitare».

L’associazione

«Obiettivo di questa iniziativa – ha chiarito la presidente di Altremani srl, Daniele Versari - è contribuire alla sicurezza sociale del territorio, favorendo l’educazione alla legalità anche attraverso incontri con i giovani che frequentano le scuole secondarie. Visto l’entusiasmante riscontro dei ragazzi del “Marie Curie” siamo certi di essere nella direzione giusta, per mettere in calendario tante nuove giornate come questa».


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