Savignano, Franca Fabbri presenta la sua nuova raccolta

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Autrice volta a disegnare nei propri versi una poetica trama di segni del tempo, di memorie vissute e sognate con fede e amore, per andare alla ricerca del senso ultimo delle cose, Franca Fabbri presenterà la sua nuovo raccolta di prose e poesie “Breviario di una laica” (Fara edizioni) il 19 maggio alle 17.30 nella sede prestigiosa della Sala dell’Accademia Rubiconia dei Filopatridi (piazza Borghesi 1, ingresso libero). Leggerà brani dell’autrice l’attore Mirko Corciari.

Fanno parte della raccolta, come in una sorta di romanzo personale, versi propri e altri tratti dalla grande poesia di ogni tempo, ricordi, emozioni, luoghi della memoria, sui cui la poetessa sammaurese invita a soffermarsi per meditare, leggere, raccogliere lampi e momenti dell’interiorità di quella che l’autrice definisce «un’esistenza innamorata».

Fabbri, perché dopo “Rosario di vita” è passata a questo “Breviario di una laica”?

«Non volevo ripetermi, se mai è un libro “gemello” del precedente, dove ho composto un testo di poesia unendo citazioni di grandi autori con pensieri e meditazioni di carattere spirituale. il tutto in forma di lettura».

Ha posto all’inizio come immagine emblematica del rapporto tra poesia e preghiera il ricordo dell’immagine di papa Francesco benedicente nella deserta piazza San Pietro.

«È come la scena di un film destinata a rimanere impressa per sempre nella memoria e nell’anima. Nella poesia cerco e vedo il senso di una preghiera».

In che maniera la sua esplorazione poetica è alla ricerca del senso della vita e della morte?

«Ho scelto versi di Goethe per dire della morte come quiete, senso di pace. Chiudo il libro con il senso della vita, da amare e ringraziare, perché in essa c’è il Divino».

C’è un filo poetico che da Leopardi o dal conterraneo Pascoli, dal magrittiano “Impero delle luci” alle note della “Pastorale” di Beethoven, è come un unico, appassionato cammino nelle profonde emozioni suscitate dal riverbero interiore della natura.

«Significa voler scrivere di ciò che sia ama, che si ammira, di cose che si sentono amiche e familiare per condividerne il senso di gioia, di leggerezza, sentendole come un tesoro da spendere per i propri lettori, intraprendo un cammino insieme a loro».

Cosa significa meditare sul «senso del perdono», da “Il pane perduto” di Edith Bruck all’emozione suscitata dagli splendidi Crocifissi trecenteschi recentemente esposti nella mostra riminese?

«Edith Bruck è tornata a sottolineare in una recente intervista che non esiste perdono umano di fronte al “male assoluto”. Immagini sublimi come gli splendidi Crocifissi di Giovanni da Rimini mi suggeriscono che di fronte alla domanda suscitata dal patimento e dalla morte ingiustamente inflitte, io possa offrire solo la mia fede. la mia preghiera, la mia poesia».

Nella citazione dei versi danteschi – da quelli di “Paolo e Francesca” a “Vergine Madre” – la sua raccolta culmina con la descrizione dell’ascesa dell’Amore, dall’amore umano a quello di Dio.

«Virgilio rappresenta la conoscenza, Beatrice l’amore, San Bernardo la devozione mariana. in Paolo e Francesca e in Dio, vive l'esaltazione, la potenza dell'amore, umano e divino. Il cammino di Dante si schiude in un universo di luce, uno specchio in cui si riflette la scoperta sorprendente dell’unità della Trinità Divina, che gli suggerisce al termine del suo viaggio un verso di meravigliosa sapienza “L’amor che move il sole e l’altre stelle”».

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