Alluvione Emilia-Romagna, come aiutare

VolontariatoInformazioni utili per fare volontariato suddivise per località:Bologna Area Metropolitana:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfiEeIGSpfooB-cAJIaoI-K_aAp9W_wwhwKzFwL8EyTT5mIVw/viewformCesena:https://www.volontarisos.it/user/index.phpCervia:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSclceKT5KSnooMwYLyMyQO7mh080nIniirSc4ALJwU798FkCQ/viewformoppure chiamare al numero 3425211536 dalle ore 9.00 alle 18.30.Ravenna:Inviare un’email a vogliodareunamano@comune.ra.it lasciando nome, cognome, recapito telefonico e indicando quale tipo di aiuto puoi offrire.Imola:https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutareForlì:Chiamare al numero 0543 712301...

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Savignano, come premio per la pensione si regalano 900 km a piedi

Novecento chilometri per due savignanesi, come regalo di pensione. Manuela Bonavita e Stefano Muratori, una coppia di 60enni, sposati da 36 anni, da sempre vivono a Fiumicino. Camminare è sempre piaciuto loro, ma per motivi di lavoro non erano mai riusciti a fare più di una settimana di escursione. Il cammino di “Santiago De Compostela” che era il sogno nel cassetto. Nei mesi scorsi è arrivata la pensione e la coppia si è organizzata per compiere l’impresa.


«Prima di partire eravamo pieni di ansia, paure e dubbi – raccontano – Abbiamo preparato gli zaini con l’indispensabile facendoli e disfacendoli più volte. “Questo si o questo no?”, “stare via tanto tempo con poca roba?” Ma alla fine è rivelata sufficiente». Sono partiti il 5 giugno scorso dal borgo di Saint Jean Pied de Port, in Francia, e sono arrivati davanti alla cattedrale di Santiago de Compostela il 4 luglio, ma non si sono fermati: «Un’emozione forte – affermano – Condivisa col gruppo che sul cammino man mano si è creato. Abbiamo percorso 780 Km in 30 tappe e non contenti abbiamo proseguito fino a Finisterre e poi Muxia per un totale di 900 Km in 36 tappe».

«La fatica, i sacrifici – affermano – a volte i dolori ai piedi e alle spalle, vengono ripagati. Sul cammino c’è il mondo intero, c’è un linguaggio universale, si parla con brasiliani, coreani, americani, francesi, inglesi e tanti italiani. Si condivide tutto e la bellezza si amplifica. Tante volte negli ostelli abbiamo fatto la cena condivisa, che era il momento più bello della giornata: ci rilassavamo parlando, scherzando e spesso finivamo con una preghiera di ringraziamento collettiva».

Fatica, ma tanta gioia e bellezza: «Abbiamo visto tante albe e ogni volta ci stupiva sempre più la bellezza di questi doni che spesso dimentichiamo. Il sole e il vento ci hanno accompagnati, così come la nostra ombra: davanti, al mattino quando il sole ci spingeva e dietro, al pomeriggio quando il sole ci tirava, dandoci una mano». Nessun momento di sconforto: «In compagnia ci si aiutava: bastava uno sguardo che valeva più di mille parole. Questo cammino ci ha dato tanto, è qualcosa di vivo che cambia costantemente e che cambia chi lo percorre. Un’esperienza che insegna che le cose che contano nella vita in fondo sono poche e stanno tutte in uno zaino».

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