Per Sassofeltrio e Montecopiolo slitta il passaggio in Romagna

Rimini

MONTECOPIOLO. È stata rinviata all’8 ottobre – su richiesta del Pd condivisa dalla maggioranza –, l’approvazione al Senato del disegno di legge (numero 1144) sul distacco di Sassofeltrio e Montecopiolo dalle Marche con conseguente aggregazione all’Emilia Romagna.

Barboni non ci sta
Polemico il senatore di Forza Italia Antonio Barboni: «La maggioranza Pd - 5 Stelle ha voluto un ulteriore slittamento di due settimane, sulla base di presunti approfondimenti, difficilmente realizzabili in così breve tempo. Dopo 12 anni dal referendum, la nuova maggioranza giallorossa non vuole rispettare la volontà dei cittadini che si sono espressi chiaramente sulla loro aggregazione all’Emilia Romagna». Ma a far arrabbiare ancor di più il senatore riminese è stato l’esponente di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi schierato con il governo: «Molti qui dentro parlano di questi comuni – ha detto – senza sapere nulla. Io sono trentino ma passo alcuni giorni dell’anno in quei territori e so che tutti sono contrari al distacco».

La Lega
Attacca lancia in resta la Lega con l’onorevole Jacopo Morrone e con il senatore Paolo Arrigoni, commissario della Lega nelle Marche. «Il Pd sostenuto dal M5s blocca in Senato il sogno degli abitanti di Montecopiolo e Sassofeltrio durato dodici anni».
«L’esame previsto il primo agosto in Senato, era slittato per mancanza di tempo con l’impegno di portarlo come primo oggetto dopo la pausa estiva – spiega il Carroccio –. Poi c’è stato il cambio di governo e si è stabilito un nuovo calendario che non prevedeva il posticipo. Improvvisamente, l’altra sera, il cambio di programma duramente criticato in aula dal senatore Paolo Arrigoni».

Arrigoni aveva ribadito: «Non ci sono ragioni plausibili per rinviare l’esame del disegno di legge e non riusciamo a comprenderne i motivi, se non con i soliti giochetti del Pd che si è arrogato il diritto di deludere ancora le aspettative degli abitanti dei due comuni che da 12 anni chiedono il passaggio in Romagna. C’è stato il referendum, passato a larghissima maggioranza, e il cui risultato, favorevole all’addio alle Marche, è stato riconfermato nei mesi scorsi dai due consigli comunali. E cosa ha fatto il Pd marchigiano? Anziché cercare di colmare il gap di servizi e infrastrutture, che ha condotto le due località a chiedere il passaggio a un’altra regione, ne ha ostacolato il cammino istituzionale fino a imporre lo slittamento della discussione al Senato. Per noi della Lega, al contrario, la volontà popolare è sacra».

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