Sarsina, Pambieri e Graziosi al Plautus festival

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Torna la tragedia al “Plautus festival” di Sarsina; quella antica, di un testo meno rappresentato, ma alquanto feroce e attuale. è “Tieste” di Lucio Anneo Seneca (04 a.C-65 d.C). A interpretarlo alle 21.30 nell’arena plautina di Calbano, sono due protagonisti di lungo corso come Paolo Graziosi (1940) e Giuseppe Pambieri (1944). Interpreti che riconciliano con una recitazione ormai scomparsa che riconduce al fascino di un teatro dimenticato. Sul palco anche gli attori Sergio Basile, Elisabetta Arosio, Roberto Baldassari, Vinicio Argirò, diretti da Giuseppe Argirò che ha pure curato l’adattamento. In un atto unico di 80 minuti, il regista condensa una vicenda che ha nella vendetta e nell’odio familiare il suo motore, e rimanda a tanta brutalità delle nostre cronache.

La tragedia

La vicenda ruota attorno alla vendetta di Atreo nei confronti del fratello Tieste, “colpevole” per avere cercato di sottrargli sia il regno di Micene, sia la moglie. La scena si apre con un prologo; l’ombra di Tantalo (Sergio Basile) condotta a Micene da una Furia (Elisabetta Arosio), è costretta a seminare nuove discordie. Tantalo è inorridito da quanto sta per avvenire, vorrebbe tornare “all’orrendo giaciglio della mia prigione”, ma è invece costretto a compiere ciò che gli è stato ordinato.

Nonostante Atreo sia diventato re e abbia esiliato Tieste, non accetta quel tradimento e decide di vendicarsi con ferocia. Finge così di volersi riconciliare con il fratello, lo invita nella sua reggia insieme ai suoi tre figli. Invece ucciderà i ragazzi ferocemente; non solo, con le carni imbandirà un pranzo e le servirà al padre Tieste; questi solo dopo avere mangiato verrà a sapere la terribile verità. Atreo gli propone un brindisi, ma Tieste si accorge che nella coppa non c’è vino, ma sangue. A quel punto domanda inorridito dove siano i suoi figli; Atreo spavaldamente gli mostra le teste e le mani mozzate, e gli racconta l’orribile atto compiuto. Segue la maledizione di Tieste: “Gli dei della vendetta mi assisteranno: le mie maledizioni affidano ai miei figli il tuo castigo!». Atreo ribatte: “E il tuo castigo io l'affido ai figli tuoi!» e cala il sipario. Giuseppe Pambieri è Atreo, Paolo Graziosi è Tieste.

Il tema

Seneca nel “Tieste” rappresenta l’odio familiare come “divoratore” di qualsiasi scambio umano e sociale. Tale ferocia inaudita tra fratelli vuole anche dimostrare che il male non è sempre istintivo ma, pensando ai tiranni, è pure originato da un disegno lucido, razionale, spietato, mostruoso. Questo testo non ha catarsi, i personaggi non si redimono, disprezzano con violenza la vicenda umana.

I due attori

I due protagonisti vantano importanti trascorsi; Graziosi, riminese di nascita, debuttò con Zeffirelli come Mercuzio in “Romeo e Giulietta”; gli si aprirono le porte e continuò con Enriquez, Ronconi, Peter Stein, fu anche con De Bosio nel “Ruzante” a Parigi.

Il lancio teatrale di Pambieri avvenne invece con Strehler al Piccolo di Milano; diventò poi volto popolare grazie allo sceneggiato Rai del ’72 “Le sorelle Materassi” dal romanzo di Aldo Palazzeschi, continuando a teatro, cinema, serie tivù. Ingresso con green pass.

Info: 0547 698102

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