Sarsina: l'ex seminario è sempre più casa dell'arte

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L’ex seminario di Sarsina, un imponente “casermone” della Diocesi che si direbbe deserto da decenni stante la crisi delle vocazioni, in realtà è uno “scatolone” pieno di sorprese. Come dal magico cilindro di un prestigiatore ne escono attività, corsi, mostre e iniziative, soprattutto nel campo culturale.

Musica, canto, arte espressiva e anche ballo vi hanno trovato ampi spazi. Il sorprendente pullulare l’ha svelato l’artista Lucio Cangini, le cui opere tra l’altro occupano un intero piano dell’edificio. All’ex seminario trovano spazio anche i corsi di orientamento musicale della Banda Città di Sarsina, le prove di cori e corali, corsi di ballo.

Di particolare importanza lo studio di registrazione di Emanuele Para, 37 anni, sarsinate ora residente a Cervia. Con la passione della musica (ha anche suonato in vari gruppi) e della registrazione Para ha frequentato alcuni corsi specifici, ha lasciato l’ottica in cui lavorava e si è dedicato allo studio di registrazione. Ha cercato uno spazio per avviare la sua attività e l’ha trovato nell’ex seminario.

«C’era il problema delle vetrate - commenta Para - ma con un panorama così, con le colline attorno, non puoi coprire tutto. È questo che dà un senso e un’anima al lavoro. Puoi avere il suono tecnicamente più bello ma se non c’è un’anima cosa si trasmetterebbe?». Le attrezzature necessarie per intervenire su registrazioni e sonorizzazioni sono molte e sempre più sofisticate; lo studio sarsinate è ben attrezzato.

«Praticamente ho cominciato dal 2019 - continua - Ho lavorato molto nel periodo iniziale della pandemia, con la necessità di permessi vari per poter operare tra Sarsina e Bologna. Ho lavorato con gli Extraliscio e Mirco Mariani un po’ qui e un po’ a Bologna per la colonna sonora del film di Pupi Avati “Lei mi parla ancora”».

E poi collaborazioni con Jovanotti, Antonacci, Barbarossa, Giovanardi. Ha frequentato corsi specialistici a Bologna alla sera dopo il normale lavoro, fino alle 3 di notte, per acquisire le necessarie competenze tecniche.

Ma comunque... «Ti possono spiegare in mille modi la tecnica ma bisogna essere lì: ascoltare, capire l’artista; ognuno ha una sua idea in testa, ognuno ha il suo modo, e allora bisogna riuscire a entrare in simbiosi, bisogna creare rapidamente qualcosa che esalti l’ispirazione dell’artista. L’emozione è più importante di una tecnica asettica. Il lavoro è arrivato e ho comprato un mixer; non sapevo dove metterlo, avevo bisogno di spazio e mi è stata data questa possibilità. Qui, all’ex seminario di Sarsina, con questa atmosfera e questo panorama è più facile trovare e dare un’anima ai nostri suoni e al nostro lavoro, al di là delle più raffinate attrezzature tecniche».

E se l’ex seminario da spazio-rifugio per artisti e associazioni in cerca di casa diventasse una vera e propria casa dell’arte e della cultura, una fucina dove le varie arti ed espressioni possono relazionarsi, sostenersi, arricchirsi, con contaminazioni ed attività coordinate? Forse lo è già.

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