Santarcangelo, siccità. L'assessore Sacchetti: "Le cave come bacini di stoccaggio dell'acqua"
La siccità impone nuove idee e soluzioni in Romagna come in tutta Italia. “Il progetto di recupero delle ex cave come bacini di stoccaggio e distribuzione di acqua nella bassa Valmarecchia va sostenuto perché rappresenta una valida soluzione per contenere le problematiche conseguenti alla riduzione delle risorse idriche”, questo il commento dell’assessore alla pianificazione urbanistica Filippo Sacchetti che interviene sul tema urgente e attuale della siccità e sul dibattito che ruota attorno alle possibili soluzioni.
“Soluzioni che devono essere strutturali e di lungo periodo, per far fronte a una situazione che da emergenza potrebbe diventare cronica. Per questo si sta progettando un sistema di recupero delle acque del fiume Marecchia che arrivano da monte, unite a quelle pulite del depuratore di santa Giustina che non dovranno più essere disperse in mare.
Un progetto ambizioso, finanziato dal Pnrr per un importo di 15 milioni di euro, che guarda al futuro per diventare di sistema e a cui si aggiunge il piano di Romagna Acque in corso di approvazione, che prevede l’utilizzo di altri sei laghi artificiali per invasi di riserva: le due infrastrutture, rispettivamente a destra e a sinistra del fiume Marecchia, consentirebbero il recupero di circa 4 milioni di metri cubi di acqua all’anno.
Tra i bacini artificiali individuati dal Consorzio di Bonifica come invasi di accumulo in cui stoccare le risorse idriche, figurano anche i laghi Santarini e Azzurro: per questa ragione il progetto dovrà necessariamente confrontarsi con quel processo di recupero e rigenerazione urbana avviato nel 2019 con la firma dell’accordo nell’ambito del Piano operativo comunale 1 che di fatto ha cessato l’attività estrattiva e dato avvio a un percorso ambizioso di valorizzazione turistica, paesaggistica e sportiva.
Un processo su cui hanno scommesso sia l’Amministrazione comunale sia i privati e rispetto al quale non si può prescindere. È necessaria quindi una compatibilità tra le due progettazioni che hanno obiettivi parimenti importanti, se non molto simili: quelli della valorizzazione ambientale e della gestione delle risorse naturali.
L’obiettivo del progetto del Consorzio è anche quello di fornire un aiuto concreto e immediato prima di tutto al settore dell’agricoltura, mai come ora in difficoltà a causa della siccità, e al tempo stesso, impostare un sistema di diversificazione delle fonti, attraverso l’uso dei bacini artificiali lungo il Marecchia, che porterà benefici a tutto il territorio anche negli anni a venire. In questo senso le istituzioni e gli enti del nostro territorio hanno dato prova di scelte di grande lungimiranza sia con la realizzazione della diga di Ridracoli che con tutti gli altri importanti investimenti che hanno assicurato alla Romagna la disponibilità di un bene prezioso come l’acqua. Oggi più che mai occorre proseguire su quel tracciato”.