Rimini, “io operato di ernia al disco, la visita urgente dopo 2 mesi e infiltrazioni impossibili”

«Raddoppiate le attese per i pazienti affetti da ernia del disco, sarà impossibile eseguire le infiltrazioni previste in un anno». La lamentela viene da Gaetano Accettulli, un 56enne residente a Santarcangelo e plurioperato per ernia del disco. Finito sotto i ferri per la prima volta nel 1996, è stato sottoposto in seguito a cinque interventi, oltre all’inserimento di un neurotrasmettitore midollare. Ma l’odissea vera, chiosa, è ancora da venire.

Tabella di marcia in tilt

«Gli esperti - spiega il 56enne - consigliano a chi è nelle mie condizioni di sottoporsi a sei infiltrazioni all’anno, ma visto che era impossibile prima, figuriamoci ora! A causa delle nuove regole - va al sodo - arriverò a stento a riceverne la metà». Una difficoltà che, a suo avviso, spingerà chi ha le possibilità economiche a rivolgersi a medici privati, lasciando gli altri al palo. Resta da capire come faranno gli anziani, spesso sprovvisti di patente, a giostrarsi da una visita all’altra.

«La storia infinita»

Tutto comincia quando il medico di base gli prescrive una visita antalgica nel distretto di Rimini, con classe di priorità “B”. Una prenotazione da espletare, «almeno in teoria, nel giro di dieci giorni». È il 13 giugno e la prima data utile risulta al 14 agosto, cioè dopo due mesi, all’ospedale di Santarcangelo. Un’attesa, lamenta Accettulli, che il nuovo software, entrato in uso dal 15 luglio scorso, dilaterà ulteriormente visto che sarà il dispositivo (e non più il medico di famiglia) a stabilire il livello di urgenza di una visita.

Altro nodo? «Prima dei cambiamenti in corso - prosegue il santarcangiolese - con un’unica prenotazione si faceva la visita ricevendo, in contemporanea, un’infiltrazione con tre professionisti a disposizione: infermiere, ecografista e dottore. D’ora in poi, invece, si cambia musica». Dopo la sudata attesa arriva, quindi, la doccia fredda: alla prenotazione del medico di base «d’ora in poi seguirà solo una visita, non due». Morale? Solo con una successiva prenotazione presso il centro antalgico di Rimini, il paziente potrà beneficiare di un’infiltrazione. «In sostanza si tratta di due visite, due attese e altrettanti ticket», nota il santarcangiolese allargando le braccia. Ma non è finita qui. «Dopo la visita specialistica, alla vigilia di Ferragosto, mi hanno rifilato il referto e stampato una prenotazione che però non riesco a fissare - prosegue il malcapitato -. Telefono sin dal 16 agosto ma continuano a dirmi di riprovare perché non sono aperte le “agende”». La notizia che circolerebbe è che l’apertura arriverà a settembre, mese peraltro già strapieno di prenotazioni. Intanto, visto che si tratta di terapie contro il dolore, ogni giorno di attesa complica la vita di Gaetano e la sua quotidianità ma lui scarta l’idea di recarsi al Cup, perché sostiene che verrebbe rimbalzato dal medico di base, proprio come a una partita di ping pong. Un copione che conosce fin troppo bene. Non resta che attendere l’epilogo, «con l’amaro in bocca».

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