Sconosciuta trovata morta in stazione

SANTARCANGELO DI ROMAGNA. Il cadavere di una donna in avanzato stato di decomposizione è stato trovato ieri mattina all’interno di un “casottino” di cemento da cantiere, sistemato ai lati del binario (lato Savignano) nella zona destinata allo scalo merci della stazione ferroviaria di Santarcangelo di Romagna. A fare la macabra scoperta ieri mattina, attorno alle otto, sono stati gli operai addetti alla manutenzione: avrebbero dovuto smontare il “container”, inutilizzato dallo scorso mese di marzo (era adibito a pronto soccorso in caso di infortuni durante i lavori) per riportarlo a Bologna. «Ho sentito un odore acre, fortissimo, provenire da dentro - ha raccontato uno di loro - ma dalla finestrella non si vedeva niente, così ho aperto la porta e sono rimasto senza parole...». Disteso a terra vicino all’ingresso del “box” prefabbricato, dalla parte opposta al lettino ambulatoriale accostato al “muro”, c’era il corpo mummificato di una donna. Sul pavimento, sopra una coperta. I carabinieri della stazione di Santarcangelo hanno avvertito la polizia ferroviaria, competente in quell’area, ma sul posto sono arrivati anche gli specialisti della polizia scientifica della questura e il medico legale. Solo dall’autopsia, disposta per oggi dal pm Paolo Gengarelli e affidata al dottor Pier Paolo Balli, si potranno avere indicazioni più precise sulla data e sulle cause del decesso e indizi utili all’identificazione della sconosciuta. «La morte potrebbe risalire anche a tre mesi fa» si sbilancia uno degli investigatori basandosi sulla propria esperienza personale. La donna - che stando ai testimoni aveva capelli scuri e un’età indefinibile tra 25 e 40 anni e indossava una maglietta e dei jeans - con sé non aveva borsa, né documenti, né cellulare. Vicino all’ingresso del container c’erano le sue scarpe, bianche da ginnastica, sistemate una accanto all’altra. L’ipotesi è che possa essere stata colta da un malore nel sonno, ma in questa fase ogni valutazione, in assenza di riscontri scientifici, è prematura.
Nel frattempo la Squadra mobile sta vagliando le denunce di persone scomparse presentate nella zona a partire dall’estate per cercare di capire se esistono delle corrispondenze con la giovane donna della stazione. Durante l’estate alcuni senzatetto italiani, non più di quattro o cinque tra cui almeno una donna, avevano cercato più volte riparo nello scalo santarcangiolese, ma per loro si sarebbe adoperato il Comune nel trovare una sistemazione alternativa. Chi era e che cosa abbia portato la donna senza nome all’interno del “box”, così defilato nella zona merci, è un mistero al pari delle ragioni della sua stessa fine.

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