Il dna romagnolo di Donald Baldini, il bassista di Frank Sinatra

SANTARCANGELO. C’è il grandissimo Raffaello Baldini, uno dei pilastri del Circal de giudèizi cui è stata anche intitolata la Biblioteca. Ci sono i conti Baldini che tanta parte hanno avuto nella storia della città. E c’è anche un Baldini fra i primi sindaci di Santarcangelo. Poi c’è lui, Donald “Don” Baldini, figlio di lavoratori della terra che dopo la prima Guerra Mondiale hanno cercato fortuna al di là dell’oceano e che all’ombra del Campanone non c’è neppure nato. Ma il sangue è clementino doc e negli Usa ha fatto parlare non poco di sé. “Provare per credere” diceva un noto spot tv. In questo caso è “guardare per credere”, cliccare su youtube per scoprire che il nostro, natali a stelle e strisce ma dna romagnolo, il nome Santarcangelo lo ha portato in giro per il mondo mettendo il suo basso al servizio di una delle voci più celebri della storia della musica: lo “zio” Frank, Frank Sinatra, The voice.

Lui fa apparire questa storia come ordinaria amministrazione quando la racconta all’ombra del pergolato de “Il Villino”, il suo buen ritiro santarcangiolese da oramai qualche anno. Da quando ha riscoperto le radici e ha scoperto di voler sapere ogni cosa dei suoi antenati italiani e della Romagna tanto decantata da mamma e papà.
«Mio padre Giovanni Baldini era di Santarcangelo e mamma Maria Fornari di Savignano. Sono partiti per l’America negli anni ’20 e io sono nato a Chicago come i miei tre fratelli. La mia passione è sempre stata la musica e ho suonato nella band di Frank Sinatra dal 1984 al 1987: suonavo il basso e ci sono video di concerti in Giappone o in stadi da football americano gremitissimi. Ho suonato anche a Los Angeles per il cinema e conosciuto altri big quali Paul Anka: Sinatra era davvero una bravissima persona» rivela. «Mamma a casa cucinava italiano: cappelletti, piadina, tagliatelle. Ho imparato a farli anche io… La prima volta sono tornato per conoscere la terra di mio padre e ora torno ogni anno e continuo a fare ricerche sui miei avi. Quest’anno resto fino a domenica».

«Eravamo a Roma e in Puglia, posti meravigliosi, ma lui continuava a dirmi che non vedeva l’ora di essere qua in Romagna» fa eco Rebecca, la “nuova” consorte in un discreto italiano. Sotto l’Arco intitolato a Papa Ganganelli, “Don” Baldini ha un coetaneo che lo attende tutti gli anni, il presidente della Pro loco Giuseppe “Pino” Zangoli: «E’ del 1940 come me, si è presentato qualche anno fa qua da noi dicendo che voleva vedere la terra dei suoi genitori e lo abbiamo accompagnato al cimitero, in Comune e in giro un po’ ovunque, Da allora torna ogni anno e una volta gli abbiamo organizzato una festa di Natale in stile americano, con tanto di marshmallow e addobbi in stile stelle e strisce. E’ uno di quei rapporti che si instaurano grazie a una Pro loco che funziona» spiega con un pizzico di orgoglio.

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