Sviene per un malore a un passo dall’ospedale, ma l’ambulanza non può soccorrerlo, mancando la telefonata di allerta. A raccontare il singolare episodio è il 27enne Luca Federici, imprenditore e titolare sia di “Max boutique” a Riccione, sia di un negozio estivo situato davanti al Grand hotel di Cesenatico. Fa avanti indietro più volte al giorno, Luca, dividendosi tra ospedale e lavoro per assistere il padre Claudio, maestro di tennis che ha rischiato la paralisi in un terribile incidente nel marzo scorso a Roma.
Il racconto
«Era il tardo pomeriggio di martedì verso le 18, quando per puro caso sono incappato in alcune leggi discutibili che regolano il soccorso», spiega. Mentre portava fuori il cane non lontano da casa, un uomo è stato colto da malore, davanti all’ospedale “Franchini” di Santarcangelo, ma fuori dal suo perimetro. Diverse persone che assistono alla scena danno subito una mano. Il malcapitato viene messo in sicurezza, spostandolo di peso dalla strada al prato limitrofo; più tardi il cane verrà riportato ai parenti da una conoscente.
Risposta inattesa
Quanto a Luca, corre subito a chiamare l’ambulanza del pronto soccorso parcheggiata lì vicino e spiega ai sanitari l’accaduto, ma gli viene risposto che non possono intervenire. «In sostanza – chiarisce il giovane – la legge prevede che l’intervento sia preceduto dalla chiamata all’ambulanza». Ma una precisazione è d’obbligo: «Il comportamento dei sanitari è stato egregio. Hanno messo in moto il mezzo mentre veniva chiamato il 118 così da rendere quasi istantaneo l’intervento e aggirare le limitazioni. Tutto è bene quel che finisce bene. Trovo assurdo non poter soccorrere una persona a terra per mancanza di un’autorizzazione», conclude.