Santarcangelo, Sgarbi: "Le grotte devono diventare patrimonio Unesco"

SANTARCANGELO. Una grande festa dell’orgoglio clementino in uno dei luoghi simbolo di Santarcangelo, la Rocca Malatestiana messa a disposizione da Donna Marina Colonna. Questa si è rivelata la Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi per il “ritorno a casa” di quattro preziosi dipinti di Guido Cagnacci, uno dei maestri del Seicento nato proprio all’ombra del Campanone. Opere d’arte acquistate dall’imprenditore mecenate Manlio Maggioli e “messe a disposizione di tutti” all’Osteria La Sangiovesa.

Castello “cinto d’assedio” da centinaia di persone, molte in piedi nelle varie stanze, per una due ore appassionante. Ad aprire l’evento, il saluto della sindaca Alice Parma, a introdurle il docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna Massimo Pulini, ad animarle due veri mattatori.
«Desideravo un Cagnacci da sempre, ma non mi ero mai deciso, finché un amico mi ha detto che ce n’erano due in vendita e li ho acquistati. A Londra un collezionista era intenzionato a cederne un altro e ho preso anche quello. Pochi giorni dopo ho saputo che unsarebbe stato messo all’asta a Vienna. “Fino in Austria non vado di certo” mi sono detto, ma si poteva partecipare telefonicamente ed ecco il quarto» ha rivelato Maggioli –. Mi sono detto che non sarebbe stato giusto tenerli in casa per pochi intimi. Così, visto che La Sangiovesa – nata in una delle tante passeggiate con Tonino Guerra davanti a Palazzo Nadiani – non è un semplice ristorante ma il luogo di tutti i santarcangiolesi, e che già da tempo ha la sua stanza Guido Cagnacci (così come quella di Papa Ganganelli e di Pidio, storico ciabattino…) ho scelto di esporli lì. Nel 2018 alla Sangiovesa abbiamo accolto 70mila persone. Se si pensa che la nostra Pro loco, che è una delle migliori, porta ogni anno in città circa 25mila turisti per la città e le grotte, penso che anche il nostro locale contribuisca non poco al turismo e sia l’ideale per far vedere i Cagnacci a tantissima gente».

Sulle grotte entra in scena Sgarbi il quale ha suggerito che «vengano inserite dall’Unesco fra i patrimoni dell’umanità perché sono le più belle d’Italia». Poi un lungo excursus, dissacrante e sublime, di storia dell’arte sull’affascinante universo del Cagnacci. In un continuo “giocare” con il “capitalista mecenate” sulla bellezza delle quattro opere inferiore a quella dell’unica in possesso di Sgarbi: «L’Allegoria del tempo (la vita umana) del 1650 che per umiliare l’amico Maggioli presterò alla Sangiovesa, il luogo della memoria cittadina».
Quindi i paralleli fra il «Cagnacci Fellini del ‘600 e Fellini Cagnacci del ’900» alla vigilia del centenario della nascita del maestro del cinema datato 20 gennaio 2020 (stesso giorno di nascita del pittore qualche secolo prima…), notizia che ha solleticato non poco il sindaco di Rimini Andrea Gnassi seduto in prima fila.
Il gran finale è con l’endorsement per la “collega” Alice Parma benché Sgarbi sia primo cittadino – non certo di centro sinistra – di Sutri (Viterbo): «So che in sala c’è anche il candidato del centro destra, ma non posso non dirlo: la vostra sindaca sembra una donna del Cagnacci, tenetevela stretta».

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