Santarcangelo ha avuto sindaci di sinistra fino al 1995, poi la svolta. Per raccontare quel cambio di rotta, che accompagnò i grandi stravolgimenti politici di quegli anni e anticipò quanto accadde a livello nazionale, Fabio Maioli, nato a Saludecio (Rimini), classe 1948, sindaco dal 1985 al 1999, ha scritto un libro che viene presentato oggi alle 17.30 alla Biblioteca Baldini.
A seguito della disgregazione di alcuni dei grandi partiti storici, tra cui la Democrazia Cristiana, una parte di essa, divenuta nel 1994 Partito popolare italiano, il Ppi, partecipò alle elezioni politiche del 1996 nella coalizione dell’Ulivo. La città clementina precorse i tempi e la nuova compagine amministrativa, nata dall’alleanza Ppi e Pds (ex Pci), che si presentò e vinse le elezioni, fu capeggiata da Fabio Maioli, un cattolico, anzi il primo. Da qui il titolo del volume Un cattolico sindaco di Santarcangelo, edito da Pazzini.
«Ho pensato fosse utile accendere un faro per mettere a fuoco quel periodo storico, che fa riferimento agli anni Novanta, particolarmente delicato e di grande turbolenza, dove vicende nazionali, locali e personali si intrecciavano indissolubilmente. Vicende che contribuirono a determinare la storia di una comunità, a connotarla per certi versi anticipatrice di ciò che è stata l’evoluzione del quadro politico nazionale».
Maioli, ingegnere in pensione, indipendente, al tempo non aveva esperienza politica né era un militante: perché allora venne scelto proprio lui? L’autore confessa che durante la stesura si è chiesto più volte se fosse il caso di ripercorrere una storia personale e politica ormai datata, ma ha prevalso la consapevolezza che questa sua testimonianza potesse fungere da stimolo, soprattutto ai giovani, e più in generale al mondo cattolico, per riscoprire l’importanza dell’impegno politico.
Leggendo il libro si scopre che accanto alle analisi storiche e al consuntivo di quell’attività politico-amministrativa, non si guarda solo al passato. Nonostante gli anni trascorsi, secondo l’autore, oggi come allora, i cittadini chiedono ai loro amministratori cambiamenti profondi, veri, incisivi. Troppe volte negli ultimi anni si è cambiato solo a parole, e il primo vero cambiamento è quello delle persone. A questo purtroppo, nel tempo, si è aggiunta una buona dose di debolezza della politica e dei partiti, nonché un’esaltazione degli interessi individuali su quelli collettivi.
Nelle considerazioni finali, allargando la riflessione, il testo diventa un vademecum per l’oggi: «In questo tempo di grande disorientamento occorrono energie, pensieri e persone nuove perché nei prossimi mesi e anni dobbiamo affrontare un passaggio storico cruciale per il nostro paese». La «vera natura della crisi, prima ancora che economica e finanziaria, è di tipo filosofico-spirituale».
E dopo decenni di fede cieca nella libertà dell’io come motore della crescita, oggi, soprattutto l’Occidente, deve incominciare a interrogarsi sui limiti di questo approccio.