Santarcangelo festival, tutti gli spettacoli

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“Santarcangelo Festival” enclave d’arte in cui ritrovare valori non negoziabili e spazio dove ognuno possa sentire la propria voce, in connessione con le altre voci. Così il neo direttore artistico Tomasz Kirenczuk, vorrebbe il suo primo festival. Il programma, in scena dall’8 al 17 luglio, lo ha sviscerato ieri a Bologna, al Dams, presenti autorità, partner e staff tra cui il presidente di Santarcangelo dei Teatri Giovanni Boccia Artieri che ha moderato e introdotto, la sindaca Alice Parma, l’assessore regionale Mauro Felicori, il direttore del Dams, Giacomo Manzoli.

Un felice debutto per il programma e il suo curatore premuroso di sottolineare il ruolo di prestigio che il festival ricopre e come il progetto sia frutto di un lavoro collettivo, una “squadra fantastica senza la quale non sarebbe stato possibile”.

Gli interventi

«Il Dams e il festival sono nati insieme, nel 1971 – ha esordito Manzoli – e la loro storia si è intrecciata in modo inevitabile e necessario, ora entriamo nei secondi 50 anni e il festival continua a essere un’iniezione di entusiasmo e di energia». «Un fiore all’occhiello che lancia sempre nuove sfide e alza il livello di stupore e meraviglia», ha precisato Valeria Rosati di Hera a cui ha fatto eco Stefania Valentini della Maggioli. «Dopo oltre 20 anni confermiamo il sostegno perché i nostri valori e gli approcci sono simili: internazionalizzazione, crescita, legame col territorio e condivisione dei messaggi come il sostegno contro la discriminazione di genere e l’impegno sociale e politico».

«Sono pieno di fiducia – ha esordito Filicori – perché il programma è esaltante e perché Santarcangelo Festival è un’istituzione aperta al mondo e moderna pronta a cercare le migliori e più giuste novità a livello internazionale» e ha aggiunto che la Regione «farà di tutto per riuscire a rafforzare questa eccellenza, anche se sarà sempre poco rispetto a quello che si dovrebbe».

La sindaca ha detto che «è un onore avere nella città un festival pubblico che ha il sostegno di tante istituzioni illuminate col supporto di importanti sponsor e un orgoglio avere una nuova direzione figlia di una chiamata pubblica internazionale che dà la possibilità di scelte culturali libere e vincenti».

Titolo e contenuti

La 52ª edizione si intitola “Can you feel your own voice”, vero e proprio invito ad ascoltarsi attraverso il racconto multidisciplinare e polifonico sul presente che si dispiega in un cartellone dal filo conduttore caratterizzato da una chiara impronta internazionale e all’insegna di forte impegno politico-sociale, ecologico-ambientale. Il direttore premettendo che «non è possibile spiegare il festival ma offrire una cornice utile in cui vederlo», ha presentato le linee guida e alcuni artisti e lavori che trattano i principali temi dell’edizione, tra cui il femminismo e la sopraffazione dei generi, la violenza, il neocolonialismo, il razzismo, la distruzione ambientale, l’impegno degli attivisti restituiti con il linguaggio della poetica dell’arte.

Teatro, danza, musica, discipline trasversali che vanno dall’attivismo politico al documentario proposte da corpi e voci di artiste e artisti molto differenti tra loro per linguaggi, estetica, tradizioni culturali, tutti capaci di invitare a sperimentare forme di convivenza sociale e confrontarsi con ciò che è nascosto, scomodo e dimenticato. «Credo che il festival, la cui costruzione non finisce mai perché si completa con i suoi pubblici, abbia il dovere di essere il luogo del dialogo dove parlare ad alta voce di tematiche che non vediamo o non vorremmo vedere, un ruolo politico a cui non si debba rinunciare».

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