Santarcangelo festival: Anubi sale in moto con Zapruder

SANTARCANGELO. Un concerto dalle note metalliche, dalle armonie rombanti. In moto i performer, che trasformeranno i suoni delle marmitte in atmosfere musicali, in auto o in moto anche gli spettatori.
“Anubi III”, presentato questa sera a Santarcangelo festival in prima assoluta dal collettivo Zapruder (di Roncofreddo), con la regia di Nadia Ranocchi e David Zamagni, sarà un happening in format drive-in. Nell’Area Campana (ore 20.30 e 23), come sul set di un film, un gruppo di giovani centauri darà vita a un coro e ad assoli, grazie al variare dal massimo al minimo dei giri, sotto lo sguardo del pubblico seduto sui propri sedili. Un inno a un’eterna partenza, che non avviene mai, dalla molteplice natura: performance, video e motocross.
Com’è nato questo lavoro?
«“Anubi III” fa parte di un progetto filmico inaugurato a fine gennaio ad Artefiera Bologna – spiega Nadia Ranocchi –. L’intero progetto si chiama “Allegoria della felicità pubblica”, si articola in tre diversi set cinematografici aperti al pubblico ed è notizia di questa settimana che ha ottenuto il contributo di produzione dell’Italian Council, il programma ministeriale di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo. Abbiamo partecipato al bando insieme al Santarcangelo festival e a maggior ragione la set-performance di domani sarà l’occasione per celebrare il felice esito della ricorrente collaborazione tra Zapruder e il festival».
Avete dovuto apportare delle modifiche a causa del covid?
«Abbiamo scelto di ambientare il nostro set in un’area molto più ampia, osservabile e udibile anche da lontano».
Tante le soddisfazioni durante il vostro percorso artistico. A febbraio avete presentato “Zeus machine” al Festival di Berlino, l’ultimo festival di cinema nell’epoca pre-covid. Abbiamo dedicato a questo film gli ultimi quattro anni di lavoro e il primo ciak risale esattamente al 10 luglio 2016 durante il Festival di Santarcangelo. L’Invincibile del nostro film è Ercole, l’eroe celebre per le mitologiche fatiche, e la fatica è una condizione più umana che divina. Per questo motivo abbiamo preso Ercole come esempio di tutta l’umanità, che ogni giorno si alza consapevole di dover affrontare nuove fatiche e ogni specie di mostro e lo fa con determinazione».
Passato e presente si incontrano.
«Per realizzarlo siamo andati alla ricerca di ciò che resta del suo mito oggi, aggiornando le fatiche al nostro tempo. Il risultato è un film di reperti archeologici estratti dal presente. Più che un film è un iperfilm, dalla struttura cumulativa e combinatoria, una macchina per moltiplicare le narrazioni, organizzato in 12 inizi che sviluppano nei modi più diversi un nucleo comune. Quello di Ercole è un cammino iniziatico che egli deve percorrere per tappe, nemmeno a lui vengono concesse scorciatoie e solo dopo aver affrontato tutti i mostri egli conquisterà il suo posto nell’Olimpo».
A proposito di fatiche, quali crede che dovrebbero essere i provvedimenti del Governo per aiutare il teatro, il cinema in questo momento di crisi?
«Più che un momento di crisi stiamo vivendo un evento straordinario di portata epocale, c’è una guerra in atto, e come avviene in questi casi non ci sono contratti che tengano, non è possibile parlare in termini di categorie, ma è tempo di mostrarci uniti e solidali, pronti ad affrontare una situazione senza precedenti. Bisognerà arrivare alla fine di questo incubo per rendersi conto dei danni e prendere atto dei cambianti da apportare al nostro sistema sociale ed economico che era inadeguato già da tempo, la pandemia ha solo reso più evidente la nudità del re».
www.santarcangelofestival.com

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