Benvenuti nella Food Forest, la foresta che si mangia a Santa Sofia VIDEO GALLERY

Santa Sofia
  • 02 dicembre 2023

Nasce in Romagna l’agricoltura a impatto ambientale zero, grazie alla messa a dimora di numerose piante, alcune di antiche varietà di frutti, con l’obiettivo di favorire il sequestro del carbonio che ha permesso di realizzare una foresta da cui ricavare cibo per l’uomo, che incuriosisce i più piccoli e può fare da volano per il turismo montano. Un esempio rivoluzionario che potrebbe fare scuola in un contesto climatico stravolto, tema quest’ultimo al centro in questi giorni della COp28, incontro annuale delle Nazioni Unite sul clima in svolgimento a Dubai, in cui i governi discuteranno su come limitare e prepararsi ai futuri cambiamenti climatici.

Progetto sostenibile

È un progetto ricco e sostenibile quello portato avanti alle porte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, da Astra innovazione e sviluppo di Tebano, nel Faentino, insieme a Ri.Nova, il centro di ricerca e sperimentazione vegetale di Cesena, con il coinvolgimento della Cooperativa sociale Fare del Bene di Santa Sofia. L’obiettivo è quello nobile di sviluppare nuovi sistemi agricoli privi di impatto ambientale in aree forestali e di divulgare e insegnare ai giovani il principio del sequestro del carbonio nel terreno. Nel percorso sono stati infatti coinvolti i bambini delle scuole primarie di secondo grado di Civitella, Santa Sofia e Cesenatico, strizzandogli l’occhio già fin dal pannello posizionato all’ingresso della località adibita a Food Forest, realizzato evidenziando i percorsi didattici.

Cos’è una food forest

Da queste premesse nasce Rafforest, acronimo del progetto “Romagna Food Forest: nuovi sistemi produttivi a basso impatto per il recupero di aree forestali”.

Avviato nel 2020 - grazie al bando “Psr Emilia-Romagna 2014-2020” - il progetto terminato quest’anno ha permesso di realizzare una foresta giardino nel comune di Santa Sofia, nella cornice dell’Appenino tosco-romagnolo. Si tratta di una foresta “commestibile”, ovvero un ecosistema multifunzionale in cui gli alberi da legno e da frutto di diverse dimensioni vengono lasciati sviluppare in modo indipendente e naturale (senza cioè interventi umani) in equilibrio con altre specie vegetali come ortaggi annuali o perenni, fiori, piante aromatiche, mellifere ed azoto fissatrici. Tra le essenze piantumate ci sono sia alberi alti come melo e pero selvatico, che bassi, tra cui rientrano il maggiociondolo, il nespolo, il nocciolo, il caco e il giuggiolo.

Laboratori e scuole

La food forest è un ottimo modo per produrre cibo utilizzando poca energia e il suo scopo è quello di creare un sistema autosufficiente, utilizzando un tipo di agricoltura senza pesticidi, insetticidi e fertilizzanti di alcun tipo. Mentre la terra fa crescere le piante, queste ultime creano suolo fertile attraverso la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi. Attività che sono state al centro della didattica svolta sia nelle aule (attraverso 30 laboratori di tipo esperienziale della durata di due ore) che sul posto.

Cosa fare nell’area boschiva

La principale attività realizzabile nella food forest di Santa Sofia è la visita guidata. Una camminata in cui gli esperti si soffermano di tanto in tanto per fare conoscere e scoprire i diversi elementi della foresta, le tante essenze, la biodiversità vegetale e animale, le piante spontanee e quelle trapiantate, i prodotti che essa fornisce.

La visita può essere realizzata anche in autonomia grazie al pannello informativo posto all’inizio del percorso (che contiene tutte le informazioni sulla food forest, sui diversi habitat e sui percorsi al suo interno riportati nella mappa) e ai piccoli pannelli didattici che indicano (con un’immagine e un breve testo) le specie di particolare valore alimentale e ambientale. Nei pannelli è anche riportato un QRcode che permette di collegarsi a pagine contenenti approfondimenti e curiosità delle stesse specie.

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