Santa Sofia, Parco Foreste Casentinesi: boom di stranieri

È boom di turisti stranieri in visita al Parco delle foreste casentinesi. Quest’anno, infatti, si punta a raggiungere i 500mila pernottamenti. Un primato storico se si considera che nel 2018, anno di maggior apice turistico, si toccò quota 460mila. Una crescita costante interrotta solo nel 2020, per via della pandemia che mise in pausa i numeri in continua espansione dei pernottamenti registrati nelle strutture ricettive degli 11 comuni del Parco partendo dalle 180 mila presenze del 2013. «Quest’anno – spiega Luca Santini, presidente del parco nazionale delle Foreste Casentinesi – c’è stata una grande esplosione per quanto riguarda il turismo estero: abbiamo registrato la presenza di tanti olandesi, tedeschi e hanno raggiunto il parco anche cittadini americani».

I fattori positivi

Complice in tal senso è stato, senz’altro, il meteo che ha assicurato stabilità del tempo regalando, per tutto il mese di ottobre, cieli tersi e temperature miti. Ciò, ha permesso agli escursionisti di poter frequentare ancora i sentieri del Parco nazionale permettendo di incrementare ulteriormente le presenze turistiche. Tuttavia la ragione del successo ben oltre i confini italiani, è legata sicuramente a due importanti riconoscimenti internazionali. «Oltre al fatto che 7.700 ettari di bosco ovvero le faggete vetuste del Parco nazionale e la riserva integrale di Sasso Fratino sono entrate a far parte del patrimonio mondiale dell’Unesco, dobbiamo questo successo anche al fatto di essere stati inseriti, nel 2021, all’interno della prestigiosa “Green list” dove sono presenti soltanto 61 aree protette al mondo su oltre 255». Per rientrarvi, bisogna rispettare 50 parametri in cui vengono verificati, in particolar modo, i dati sulla gestione. «Unesco valuta il patrimonio, la Green list la governance: i riconoscimenti di entrambi mettono in evidenza il nostro Parco rispetto a tutti coloro che sono interessati al turismo ambientale nel mondo. Ci pongono come una delle aree protette più interessanti da visitare non solo per la biodiversità delle nostre foreste ma anche per come queste vengono gestite».

A raggiungere il polmone verde dell’appennino tosco romagnolo è un pubblico molto variegato: «Ci sono famiglie - continua Santini – ma anche escursionisti legati al trekking, la bicicletta, il turismo naturalistico in generale». Incassato l’ottimo riscontro in termini di presenze, si guarda al futuro seguendo una rotta ben tracciata: «Continueremo su questa strada – conclude – tenendo sempre l’attenzione agli operatori turistici del territorio per formarli rispetto a ciò che presuppone fare turismo all’interno di un’area protetta. Non è, infatti, come farlo sulla costa oppure in una città d’arte. Ci sono accorgimenti da mettere in campo ed è fondamentale, anche nella relazione con il visitatore, perché non tutti sono realmente preparati ad affrontare un’escursione in una zona protetta soprattutto per quanto riguarda il rispetto dell’area che si va a visitare».

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