Sanità, la Uil proclama lo stato di agitazione in Ausl Romagna: "Carichi di lavoro eccessivi"

Rimini

Vertenza sulla sanità: la Uil funzione pubblica ha proclamato lo stato di agitazione in Ausl Romagna. «Il personale resta in difficoltà a causa di carichi di lavoro eccessivi - spiega il sindacato - e ci sono palesi criticità con ricadute negative sui servizi ai cittadini. Manca un piano organico per la futura sanità regionale e rigettiamo gli ampliamenti paventati della quota di sanità gestita privatamente». A lanciare lo stato d’agitazione sono naturalmente all’unisono le Uil di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, condividendo appieno le ragioni della vertenza regionale lanciata nei giorni scorsi dal segretario Uil Emilia Romagna e Bologna: il cesenate Giuliano Zignani. «Negli ultimi mesi infatti si osservano criticità nella gestione del Servizio sanitario, con possibili ricadute negative nei confronti dei servizi offerti». Dettagli sull’area cesenate e su criticità che verranno monitorate arrivano anche dalla Uil di Cesena (Marcello Borghetti) e dalla segreteria dei Pensionati Uil (Primo Casadei). «Siamo preoccupati per le tante segnalazioni, che lamentano disagi vissuti da anziani e utenti, ricoverati al Bufalini. Le liste d’attesa contribuiscono ad alimentare una sanità di serie A per chi ha le possibilità economiche di ricorrere al privato e una sanità di serie B per quelli che non hanno i soldi per acquistare prestazioni sanitarie. Molti utenti lamentano la scarsa possibilità di poter fare visita e supportare i propri familiari durante il ricovero con la percezione di un diritto alla vicinanza all’assistito che tanti sentono ingiustamente sacrificato. Ci viene riferito che le motivazioni sarebbero derivanti dai protocolli anti Covid, ma abbiamo l’impressione che ci sia una interpretazione restrittiva, a ledere i diritti del malato, gravando peraltro di altre incombenze sul personale sanitario già sovraccaricato. Ci riferiscono che fra le giustificazioni, si “affermerebbe” che l’assistenza viene garantita anche attraverso videosorveglianza, ma per quanto siamo consci dei benefici, non ci sembra una modalità che possa rassicurare pazienti e familiari. Ci viene segnalata la necessità di una corsia differenziata di accesso e di attesa al pronto soccorso, per persone anziane fragili, non autosufficienti, disabili e della scarsa qualità del cibo offerto in corsia. Così stiamo valutando una serie di iniziative a tutela dei diritti del malato e per tutelare i dipendenti Ausl gravati da troppo tempo da una turnistica asfissiante e pericolosa sua per loro che per i pazienti incarico».

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