Sanità, riabilitazione nei quartieri: il sogno del dottor Pestelli

Dotare ogni quartiere cittadino di un luogo di riabilitazione su base comunitaria, spazio in cui persone disabili o con malattie croniche non abbiano solamente opportunità di movimento ma occasione di ritorno ad una vita sociale piena. È questo uno dei sogni nel cassetto di Germano Pestelli, ex primario di medicina riabilitativa al Morgagni-Pierantoni di Forlì da sempre impegnato in prima linea per mettere le proprie competenze al servizio delle persone più fragili. Una vera missione che lo ha portato a viaggiare in diverse zone del mondo, come America del sud, Africa, Medio oriente o Balcani. «Il mio sogno – racconta Pestelli – è quello di farlo nelle case della salute. Gli spazi sono dedicati alle persone che hanno delle problematiche di partecipazione legate alla capacità di muoversi: le aiutiamo ad avere un riferimento sociale vicino a casa portando le attività nei quartieri ovvero nei luoghi il più vicino possibile al domicilio dei cittadini coinvolti. Per questo, a Forlì, ne vogliamo fare 7-8 in modo da dotare ogni quartiere della sua attività di riabilitazione comunitaria».

Sostegno ai più deboli

L'idea è semplice quanto ambiziosa: dare a persone disabili o con difficoltà motorie opportunità che accrescano la loro autonomia e dunque la capacità di muoversi, compiere le attività della vita quotidiana sconfiggendo, in questo modo, il pericolo dell'isolamento. Problematiche fisiche che vanno di pari passo a quelle economiche impedendo alle persone di poter accedere a visite specialistiche o lunghi percorsi di riabilitazione. «Nei luoghi in cui facciamo riabilitazione comunitaria, abbiamo anche degli ambulatori sociali gratuiti. Sono dedicati a persone che hanno problematiche sociali per accedere ai servizi. Queste possono essere legate sia alla difficoltà di muoversi perché, ad esempio, la persona vive al quinto piano di un immobile senza ascensore oppure date dalla mancanza di soldi per pagare il ticket o la riabilitazione». Problematiche, queste che riguardano moltissime persone sul territorio che non hanno dunque possibilità di accedere ai servizi. «Tante persone chiamano per chiedere quanto costa una visita. Diciamo che sono almeno un quinto della popolazione: si tratta soprattutto di anziani che hanno la pensione minima, magari hanno la casa di proprietà ma vivono le difficoltà di pagare le bollette o quant'altro, così la prima cosa che tagliano è la sanità».

Serve una risposta concreta

Le richieste di accesso al servizio sono talmente numerose che non sempre le equipe, composte da medici e volontari formati, riescono a rispondere a tutte le persone: «Il servizio non si esaurisce in una visita – sottolinea Pestelli – ma è una vera e propria presa in carico del paziente che deve andare almeno due volte a settimana per tutta la vita».

Nato nel forlivese esattamente 10 anni fa con la prima attività a Santa Maria Nuova di Bertinoro, si è poi allargato coinvolgendo la Parrocchia di San Paolo, a Barisano e sono poste in essere iniziative analoghe su Predappio e Vecchiazzano.

Uno sguardo ai paesi poveri

Pensando al futuro, gli impegni e i progetti di Pestelli sono tanti e non riguardano solo il nostro territorio: «Vorrei tornare a Gibuti, uno dei posti più poveri del mondo. Sono in pensione da 10 anni ma sto pensando di tradurre la mia attività libero-professionale esclusivamente in un'attività sociale di aiuto alle persone perché c'è tanto da fare».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui