Sanità, Faenza punta su Case della salute e Ospedali di comunità

Faenza

FAENZA. Passaggio di testimone al vertice dell’Ausl manfreda: Donatina Cilla è stata nominata direttrice del distretto di Faenza, di cui fanno parte i sei comuni dell’Unione della Romagna faentina. Cilla, specialista in geriatria e gerontologia, succede così a Marisa Bianchin, che ha raggiunto l’età pensionabile.

Il profilo

La neodirettrice, già operativa da alcune settimane, si è presentata ieri mattina alla stampa annunciando quali saranno i punti prioritari nella gestione della sanità locale. L’orizzonte delineato è quello di uno sviluppo degli strumenti già esistenti sul territorio per garantire accessibilità e prossimità dei servizi, in modo particolare alla fascia di popolazione più anziana, che rappresenta circa il 25% dei 90mila abitanti.

Le strategie

Gli strumenti evocati hanno funzioni e nomi precisi: Case della salute e Ospedali di comunità, ma anche i Nuclei di cure primarie con i medici di famiglia e la cura domiciliare. Il potenziamento di queste realtà ha come presupposto l’intenzione di attuare una sorta di deospedalizzazione, un decentramento cui corrisponda una maggiore presa in carico del paziente sul territorio: «L’ospedale – afferma Cilla – non è la sede più idonea per trattare patologie croniche, mentre risulta naturalmente fondamentale per le patologie acute. Bisogna mantenere un’ottica di capillarità diffusa e il forte coinvolgimento sia dei medici di base che di specialisti è una delle carte vincenti per incrementare una rete di servizi che possa raggiungere tutti».
Una sinergia che sarà rafforzata secondo i criteri della medicina d’iniziativa esposti da Stefano Busetti, direttore dell’Ausl Romagna: «La medicina territoriale – spiega – deve puntare sul lavoro d’équipe, nessuno oggi può più pensare di lavorare da solo. L’integrazione dei presidi sul territorio consentirà una più stretta presa in carico del paziente cronico o anziano, con interventi attivi e controlli cadenzati, per regolare l’andamento ed evitare che la patologia si acuisca rendendo a quel punto necessario l’accesso all’ospedale».

Uno degli strumenti principali della medicina territoriale è rappresentato dalle Case della Salute: «Sul territorio ne esistono già tre – specifica Cilla –. Ci sono possibilità di ulteriore sviluppo, ma prima di pensare a crearne altre dobbiamo rendere pienamente efficienti quelle attive. I cittadini devono essere portati a sentirle vicine e riconoscerle come punti di riferimento sul loro territorio. È il momento di uscire dalla fase di sperimentazione e sistematizzare». Per quanto riguarda invece l’Ospedale di Comunità, è ormai prossima l’apertura di quello di Brisighella, proprio all’interno della casa della salute: «i lavori sono già avanti, è questione di pochi mesi – prosegue Cilla –. Avrà 18 posti letto, accessibili a pazienti di tutto il territorio distrettuale e consentirà degenze anche di 15/20 giorni prima della presa in carico ambulatoriale». Ulteriori incentivi saranno poi riservati al campo della telemedicina e della telerefertazione, «con l’obiettivo – chiosa – di raccogliere e monitorare dati provenienti anche dalle aree più esterne e periferiche».

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