Già nel passato sul nome della piazza principale, intitolata a Salvador Allende, si erano appuntate riflessioni critiche dettate essenzialmente dall’essere Allende un personaggio straniero, che non farebbe parte della nostra storia e poco conosciuto.
Tanto che per qualcuno quella S. davanti ad Allende, nella targa della piazza, avrebbe il significato di “Sant’Allende”.
Ma certo ha destato qualche stupore, e anche qualche discussione, che un gruppo di cittadini sampierani abbia lanciato una raccolta di firme per invitare l’amministrazione comunale a cambiare il nome alla piazza, ripristinando la precedente intitolazione al re Vittorio Emanuele II.
Nella giornata di ieri il gruppo era anche presente al tradizionale mercato del mercoledì, in via Pascoli (e non nell’adiacente piazza Allende), per raccogliere le firme.
Fermamente contrario all’iniziativa ha espresso le sue valutazioni ieri anche l’ex sindaco Lorenzo Spignoli, invitando i cittadini a non aderire.
«Nonostante il nostro riconoscimento e rispetto verso i valori che Salvador Allende ha rappresentato – scrivono i firmatari – riteniamo che la piazza più significativa del nostro Comune, il mercatale di San Piero in Bagno, ritorni ad essere dedicata a Vittorio Emanuele II, un italiano che si è distinto particolarmente per l’unità d’Italia. Non è mai stato avvertito infatti un sentimento di attaccamento così forte a Salvador Allende, peraltro persona straniera, tale da condividere la denominazione della piazza più importante del capoluogo del Comune».
«Vogliono cancellare il nome di Salvador Allende dalla nostra piazza – reagisce l’ex sindaco Lorenzo Spignoli – Per favore non aderite a questa manovra». Spignoli ricorda come l’intitolazione fosse stata decisa dal Comune all’indomani del «colpo di stato fascista in Cile che uccise il presidente democraticamente eletto e soppresse le libertà per anni e anni facendo ricorso a stragi e torture con il concorso della Cia statunitense». Il “golpe” dei militari avvenne praticamente 50 anni fa, l’1 settembre 1973. «Coloro che raccolgono le firme – commenta Spignoli – evidentemente non si riconoscono nei valori dell’antifascismo o comunque non li considerano degni di nota». Quanto al “ritorno” di Vittorio Emanuele l’ex sindaco segnala come casa Savoia «Fece sparare cannonate a mitraglia a Milano sui poveri che chiedevano pane» e come sia stata «Scacciata dall’Italia da un referendum popolare a causa delle sue connivenze col regime fascista». Sul nome della piazza c’è anche chi fa rilevare che se proprio si volesse cambiare nome e tornare a una indicazione più tradizionale allora senz’altro il più “ecumenico” sarebbe il nome di piazza Grande, come si chiamava prima di Vittorio Emanuele e di Salvador Allende.