San Piero, le Pasquelle sono tornate e punzecchiano la politica

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Grande attesa e partecipazione giovedì seraper il ritorno della serata delle Pasquelle, coi gruppi di Pasquaroli a girare tra locali, bar e ristoranti fino a tardissima ora, seguiti ed ascoltati da centinaia di persone. Canti, suoni, costumi e travestimenti, visto anche il clima mite, hanno spopolato, con una mezzanotte così animata, per piazze e davanti ai bar, come a San Piero non si vedeva da tempo.

La tradizionale rassegna dei gruppi al Teatro Garibaldi ha visto il tutto esaurito. I Pasqualotti non si sono smentiti, invecchiati magari un po’ ma non arrugginiti, dopo i due anni di stop per l’emergenza sanitaria, alternando come al solito canti dai testi ironici sulle situazioni della vita cittadina arie e “pastorali” più melodiche ed a tema natalizio.

Gli Antipatici

È stata la “Pasquella degli antipatici” ad avviare la rassegna, pensando alla “Pasquella di mi temp’” e per festeggiare il ventennio di carriera. Un festeggiamento di ventennio dai toni ambigui visto che una presunta Giorgia Meloni non riesce mai a completare la frase fermandosi ad un “Io non sono fa…”. Non sono mancati i riferimenti di paese: ristoranti chiusi a Bagno di Romagna, lavori in corso, referendum on line su ponte a trave o ponte ad arco. «Comincia ad essere stantia - commentano gli antipatici - questa insistente aria di democrazia, le decisioni, o gli svarioni, son già presi alle elezioni». E per finire qualche riferimento alle «sbandate verso destra», compreso il “plebiscito” per la Buonguerrieri. «Dai spiegate che razza ‘d ragionament: tu’n la v’leva ‘n tel comune, e tu la mand in parlament?» (Dai spiegate che razza di ragionamento: non la volevi nel comune e la mandi in parlamento?).

Pasquella della tradizione

È poi la volta della “Pasquella della tradizione in Alto Savio” di Selvapiana e Acquapartita, che esordisce con un “Dove eravamo rimasti?, anche se purtroppo proprio nei giorni passati è venuto a mancare Gilberto Damiani uno storico componente e promotore del gruppo. Ma la tradizione appunto continua, con figlio e nipoti a cantare. Trascinanti i musicisti con “Ilo” Ciccioni alla fisarmonica ed i canti popolari, col continuo e ritmato battimani del pubblico, tra canti romagnoli, canti popolari, canti di montagna.

La Pasquella del Botaio

“La Pasquella del Botaio” torna in versione western con un “C’era una volta San Piero”. Tra paese deserto, feste in piscina all’epoca del Covid («ci saranno stati anche i video ma non li ho visti», spiega un improbabile sindaco Baccini), tradimenti e gelosie, ditte vendute, brulichio di cantieri, truffe, Boscherini a Pechino Express, la «sindaca mai scelta che ora è alla Camera», “puzze” e riferimenti fanno la gioia di chi riesce a capire a chi ci si riferisce.

Gli Invidiosi

È poi la volta de “Gli Invidiosi” e della loro “Pasquella antincendio”, tutti in tuta fosforescente, come gli addetti al servizio antincendio per la E45 spesso in giro per San Piero. Al centro dei riferimenti sono sampierani assunti nel gruppo antincendio, vigili che con la Panda montano sui portabiciclette, Boscherini e gli altri sampierani in televisione, amori e tradimenti, la chiusura dei confini di Verghereto ai sampierani per la raccolta dei funghi.

Pasquella superstar

Hanno concluso la rassegna i giovanissimi della Pasquella Superstar, accompagnati dai più maturi Paolone e Zino, dalla consigliera comunale Raffaella Gobbi e anche da Mirko “Passione” Mariani. Tra i personaggi del gruppo Bonaccini, il presidente della Regione che vuole inaugurare la via Garibaldi dove, secondo Paolone, vorrebbe anche inaugurare la nuova sede nazionale del Pd. «Non è possibile – ribatte Zino – la sede Pd rimarrà sempre in via delle Botteghe oscure!», «Appunto – conferma Paolone – in via delle Botteghe oscure di via Garibaldi». Chiusura un po’ provocatoria con un testo di pace sulle note di “faccetta nera” (e Paolone che quatto quatto scende dal palco), una pace augurata anche tra Bagno e San Piero, per la quale si propone di provare con uno scambio dei parroci.

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