Savignano, mandanti del delitto Pascoli dietro una morte nel 1872

Ricorre oggi il 150° anniversario dell’uccisione del capitano della guardia nazionale di Savignano, primo fotografo dilettante del paese e suocero dello scrittore Benedetto Croce. Ed Emanuele De Carli, appassionato di storia locale e presidente della Consulta di Savignano centro, rivela che «il suo omicidio fu firmata probabilmente dagli stessi mandanti dell’omicidio Pascoli». Marino Zampanelli nacque a Savignano nel 1829. A solo 19 anni d’età partecipò ai moti rivoluzionari del 1848 in qualità di sergente insieme a don Rodolfo Fellini, Pietro Montesi Righetti e altri 90 savignanesi. Possidente, ma di umili origini, curò negli anni successivi gli interessi della famiglia e del padre Nicolò. Nella spedizione militare del 1859, col grado di sottotenente, fu tra i protagonisti del Risorgimento insieme ad altri 95 savignanesi, tra i quali Pietro Cacciaguerra, Antonio Nicolini e Luigi Amaduzzi, che morì combattendo a San Martino.

La ricerca

De Carli (nella foto), che ha studiato diverse carte legate a questo personaggio, riferisce: «Nel 1859 Zampanelli conobbe tra i combattenti savignanesi il musicante coetaneo Dionigio Abbati e tra i due trentenni nacque il primo sodalizio fotografico della storia savignanese: loro fotografie sono ancor oggi conservate in archivi pubblici e privati. Zampanelli continuò la carriera militare, mentre Abbati divenne maestro di musica e capo banda a Rimini, continuando a produrre fotografie con timbro personalizzato per tutta la vita. I cugini di Abbati, Luigi, Ruggero e Romolo Trevisani, aprirono a Savignano la prima bottega di fotografi specializzati. Divenuto luogotenente nel 1860, l’anno successivo Marino Zampanelli rincasò. Il 24 marzo 1862, come membro del comitato promotore insieme a Luigi Topi, Giulio Drudi e Biagio Bertozzi, promosse l’istituzione del tiro a bersaglio cittadino. Il 31 agosto dello stesso anno divenne capitano comandante della guardia nazionale di Savignano. Il suo grande senso civico e il rispetto per la comunità, a dispetto di forti interessi privati di uomini a lui vicino, fecero nascere molte antipatie verso di lui. Dopo il delitto di Ruggero Pascoli del 10 agosto 1867, Pietro Cacciaguerra era già un uomo potente e un imprenditore senza scrupoli, gli occorreva la protezione delle pubbliche guardie e Zampanelli non gliela concesse».

L’omicidio di 150 anni fa

Il 3 agosto 1872, il corpo senza vita di Zampanelli, venne trovato nella strada provinciale di Sogliano, l’attuale via Don Giovanni Minzoni, e il ricercatore spiega che «la prefettura dichiarò che sul suo cadavere vennero trovate tracce di 20 ferite: 10 riconducibili ad un'arma da fuoco e 10 ad un’arma tagliente e pungente. Nulla di simile era mai accaduto in quella comunità. L’efferato omicidio precedette il famoso romanzo di Agatha Christie, dove sull’Orient Express la vittima riportava segni e ferite dovute a molte mani diverse: forse la dinamica dell’assassinio di Zampanelli fu la stessa».

La figlia convivente di Croce

Intrigante anche il collegamento a Benedetto Croce: «La figlia di Zampanelli, Angelina, nata nel 1870 e rimasta orfana del padre, dopo pochi anni perse anche la madre e, accudita dagli zii materni, si trasferì a Palermo, dove uno zio gestiva un bar. Proprio in quel locale nel 1893 incontrò il giovane Benedetto Croce, lo storico, filosofo e politico con il quale visse senza mai sposarsi fino al 1913, quando Angelina morì a 43 anni. Croce visse invece altri 40 anni».

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