San Mauro, la disfida del bombolone. Stop notturno al forno per i rumori: gestori in trincea

Un fulmine a ciel sereno. I proprietari del forno pasticceria Camilletti sono venuti a conoscenza dell’ordinanza di chiusura, firmata dalla sindaca Luciana Garbuglia, che dovranno osservare per la vendita al dettaglio vietata da mezzanotte alle 5 del mattino fino al 30 settembre solo ieri mattina dal “Corriere Romagna” e dai clienti che telefonavano in azienda. I problemi c’erano stati anche in passato, poi mitigati dalla pandemia, che aveva ridotto di parecchio se non quasi azzerato l’attività di vendita notturna di bomboloni, brioche e spianate appena sfornati. Quest’anno la ripartenza in pieno, con conseguenti problemi di rumori creati da parte dei clienti e proteste dei residenti della zona, che hanno raccolto una cinquantina di firme di famiglie e le hanno presentate in Comune. Di qui la misura draconiana della chiusura notturna, che riguarda la vendita al dettaglio, mentre la produzione può continuare come fatto finora. L’ordinanza entrerà in vigore appena notificata e questo fino a mezzogiorno di ieri non era ancora avvenuto. Il problema dei rumori non è negato da nessuno. «Noi andiamo fuori in continuazione - dicono dal forno pasticceria - per invitare a fare meno rumore, ma poi se i clienti si mettono in strada possiamo fare anche poco. Crediamo se ne dovesse parlare di più prima, ma in Comune hanno preso questa misura senza dirci niente. Noi offriamo un servizio, basato su prodotti artigianali e adesso non lo potremo più fare». C’è pure il lato economico, anche se i Camilletti forniscono pane e dolci in mezza Romagna e quella della vendita by night è una porzione minima del loro volume d’affari. Che comunque prevede anche l’impiego di personale. Il bombolone caldo o altro sono sempre stati una abitudine tra i giovani e non solo. Un po’ dappertutto. Camilletti non fa pubblicità alla vendita notturna, non ci sono cartelli, ma la forza del passaparola fa sì che soprattutto d’estate gli acquirenti arrivino in massa anche da fuori del paese grazie al passaparola. E se arrivano quattro scooter insieme, la quiete pubblica è già a rischio. A questo poi bisogna aggiungere gente che parla a voce alta, qualcuno che ha preso a calci una bottiglia di vetro ed è stato subito richiamato da chi lavora al forno, o addirittura una partita a pallone giocata in mezzo alla strada per capire che il riposo dei residenti è stato messo a rischio. Fino alla raccolta firme degli abitanti della zona. «E se noi facessimo una raccolta firme più numerosa per chiedere che venga ripristinato il servizio notturno?» buttano lì alcuni clienti. Ieri pomeriggio hanno deciso di intervenire sui social anche Patrizio, Alessio e Lorenzo Camilletti: «Abbiamo sempre esortato gli avventori a mantenere un tono e un comportamento equilibrato, adeguato all’orario notturno. Questo non giustifica certo chi si comporta in maniera poco consona all’orario notturno, disturbando la quiete pubblica. Ci dispiace della decisione presa dal Comune e non pensiamo sia certo una soluzione limitare l’attività lavorativa per risolvere il problema. Naturalmente cercheremo di capire, con chi di competenza, entro quali limiti siamo tenuti a essere responsabili dei rumori prodotti, e in quali casi invece spetti alle autorità competenti mantenere l’ordine. Non possiamo certo ritenerci responsabili, se dopo essere venuto a consumare da noi, per quanto non condivisibile, ci sia chi non si comporta in modo adeguato in strada o in altri luoghi pubblici».

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