San Mauro Pascoli: prove tecniche di economia circolare nel calzaturiero

Prove tecniche di economia circolare nel distretto della scarpa di San Mauro. Non in puro esercizio teorico ma pratico attraverso una sperimentazione che ha coinvolto 17 aziende del territorio. I risultati della ricerca sono stati presentati a Villa Torlonia al termine di un percorso promosso dalla Regione Emilia-Romagna (Art-Er), in collaborazione con la scuola del Cercal e Clust-ER.

I risultati

Secondo la ricerca le 17 imprese coinvolte “hanno mostrato buone performance soprattutto nelle fasi di produzione, caratterizzata da una grandissima attenzione nel limitare gli sprechi di materia e di gestione dei rifiuti”, si legge in una nota di sintesi. Le aziende coinvolte hanno evidenziato nell’economia circolare un tema che deve essere affrontato in un’ottica di territorio. “La circolarità delle singole imprese può migliorare se si collabora con le altre del distretto e se si fissano obiettivi condivisi, che possono avere un impatto di sostenibilità ambientale e sociale positivo anche sul territorio di riferimento”. In questa direzione viene proposto un documento di indirizzo condiviso, con un protocollo di selezione dei fornitori o uno schema di politiche di circolarità da attuare.

Due i temi chiave emersi nel campione: valorizzare gli scarti del pellame utilizzato e compensare le emissioni di Co2. Sul primo, in attesa che maturino soluzioni tecnologiche di scala, viene avanzata l’ipotesi di “azioni di design creativo con la collaborazione di sartorie sociali”. Sul secondo, il calcolo delle emissioni di anidride carbonica, sono state prese in esame ipotesi compensative delle emissioni serra come progetti di piantumazione di alberi. Anche se la fattibilità non è semplice dal momento che per compensare le emissioni Co2 generate nel 2021 dalle 17 imprese del campione sarebbe necessario piantumare circa 2.900 alberi.

Al Cercal il coordinamento

Secondo la ricerca sono 3 i fattori che possono dare una significativa spinta verso la circolarità. Prima di tutto una logica di distretto, come già era stato anticipato in precedenza. In secondo luogo il ruolo della scuola del Cercal, al quale si chiederebbe di fare da capofila nella promozione di azioni collaborative e di innovazione. Infine, le opportunità di finanziamento che la Regione Emilia-Romagna mette a disposizione attraverso una serie di bandi a supporto della filiera.

Le 17 imprese coinvolte

Come detto sono state 17 le imprese del distretto coinvolte nel progetto in rappresentanza dell’intera filiera. Si tratta per lo più di imprese medio-piccole con una produzione per lo più conto terzi. Nessuno dei grandi brand ha preso parte alla ricerca. Queste le aziende: PuntoArt, Angelini, Bianco Accessori, Calzaturificio Catia Talacci, D. D. S. Design, Giglioli Production, Giovagnoli, Greymer, Italsform, Maglificio Da.Ni, Smart Leather, Pazzaglia, Ramones, Silcea, Soledan, Tacchificio Zanzani, Tranceria Modigliani.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui