San Mauro Pascoli, geologa in Antartide premiata con la Torre d’Oro

La giovane geologa Giulia Giorgetti ha ricevuto la “Torre d’Oro” sul palco della Fiera di San Crispino.

La “Torre d’Oro” è un riconoscimento che l’Amministrazione comunale conferisce a giovani sammauresi che si siano distinti nella cultura, arte, sport, lavoro, spettacolo o volontariato. «Sono laureata in geologia e territorio all’università di Bologna - racconta la 31enne premiata - e dal 2021 sto svolgendo un dottorato di ricerca all’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche, presso la sede di Bologna. Grazie a questo lavoro ho avuto l’occasione di partecipare a un progetto di ricerca in Antartide, finanziato dal Programma nazionale di ricerche in Antartide del Ministero dell’Università e della ricerca. Il progetto di ricerca in cui sono coinvolta (Pnra-Disgeli) prevede lo studio della risposta dei sistemi glaciali alle variazioni climatiche recenti, avvenute negli ultimi 20mila anni, nell’area di Baia Terra Nova, situata in Antartide, nel Mare di Ross Occidentale. In questo continente remoto, la calotta glaciale poggia sulla terraferma e la ricopre, superando anche i 3 chilometri di spessore. Il ghiaccio scende dalle alture, fino ad ancorarsi ai fondali marini; in epoca passata, durante l’Ultimo Massimo glaciale (verificatosi da 26 a 19 mila anni fa, ndr), si estendeva fin sopra una vasta area della superficie del mare; in seguito, è arretrato fino a raggiungere la posizione odierna».

«Attraverso lo studio dettagliato delle alternanze di sedimenti marini - prosegue Giorgetti - depositatisi sui fondali sotto l’influenza dell’azione dei ghiacci a partire dall’ultima glaciazione, possiamo infatti ricostruire le fasi di avanzamento e di ritiro della calotta glaciale, per meglio comprendere come la sua estensione possa essere, come è sempre stata, influenzata dal clima. A gennaio scorso sono salita a bordo della nave oceanografica “Laura Bassi”, che il 6 gennaio ha salpato dalla Nuova Zelanda per dirigersi verso l’Antartide. L’organizzazione logistica della missione era affidata all’Enea, mentre il coordinamento scientifico spetta al Cnr. Durante la missione, durata un mese, ho potuto prelevare insieme ai colleghi i campioni di sedimenti fondamentali per la realizzazione di questo studio. Le sequenze sedimentarie marine sono, infatti, un grande archivio che registra la storia del nostro pianeta. I campioni, dei cilindri di sedimento lunghi fino a 4 metri, sono detti “carote”, e ora si trovano presso i laboratori del Cnr di Bologna, dove sono sottoposti a svariati tipi di analisi geologiche e chimiche che avranno lo scopo di caratterizzarli e rivelare la storia di questa importante area geografica».

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