San Mauro Pascoli, Mariangela Gualtieri a Villa Torlonia

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Fu uno dei grandi spettacoli del Teatro Valdoca di Cesena, “Paesaggio con fratello rotto” (2004); una trilogia di Cesare Ronconi su testi di Mariangela Gualtieri che diede anima e corpo a personaggi fragili e grandiosi, a un’umanità tenera e dolente densa di vitalità. Nell’ottobre scorso, al Bonci di Cesena, l’umanità di “Paesaggio con fratello rotto” è tornata a raccontarsi, attraverso la voce di Mariangela Gualtieri che ha dato risalto alle figure che popolano il testo.

Stasera alle 21.30, nella corte di Villa Torlonia per “Revèrso”, la poeta di Valdoca sale sul palco per ridare voce alla drammaturgia in versi di “Paesaggio con fratello rotto”; parole che nella villa pascoliana echeggiano di un’atmosfera speciale.

Sulle ragioni dell’opera, il regista Cesare Ronconi, cofondatore con Mariangela Gualtieri nel 1983 del Teatro Valdoca, commentò in occasione del debutto della trilogia: «La considero una riflessione su questo momento nel quale ci siamo allontanati dal centro – ci disse –. È una riflessione sulla “Signoria” del mondo che soffoca l’anima, dove l’economia scatena guerre di religione. Per farlo, si serve di creature che sulla scena assumono sembianze di animali. Perché gli animali con il loro mutismo, rappresentano la voce di una divinità arcaica che non può intervenire, gli animali sono più vicini a Dio dell’uomo».

Diciotto anni dopo quel “Paesaggio con fratello rotto” appare ancora più sul pezzo a proposito del «collasso del pianeta, del mondo e della lingua».

Mariangela Gualtieri “aggiorna” lo spettacolo stasera in forma di pura voce sola, selezionando alcuni dei testi adatti a comporre “un rito sonoro”, come amano definirlo quelli del Teatro Valdoca.

In questa forma, lo spettacolo è divenuto anche un libro riedito da Einaudi (Paesaggio con fratello rotto, 2021) impreziosito da un intervento del poeta Milo De Angelis, riferimento di Mariangela.

«Perché è rotto il fratello rotto? – si domanda Gualtieri –. C’è da chiedersi se anche il paesaggio non sia rotto. Il paesaggio riflette qualcosa che è avvenuto nella mente/cuore degli umani ed è anch’esso in rovina, con le sue meraviglie d’acqua di vette e di cielo tutte intossicate, imbrattate da tracce arroganti di noi. Qui darò voce, senza troppo interpretarli – annuncia la cesenate –, ai vari personaggi dell’omonimo spettacolo del Teatro Valdoca che debuttò nel 2004 con la regia di Cesare Ronconi. Sono quelli di un Oracolo, un Macellaio, tre Animali dolcissimi e sapienti, una Ragazza Uccello, una Geisha, due Gemelli Siamesi, tutte figure che viste ora sembrano abitare un unico cuore umano, voci di quel popolo inquieto, violento, pietoso ed enigmatico che ognuno di noi si porta dentro».

In conclusione, abbiamo chiesto a Mariangela alla vigilia del nuovo debutto di alcuni mesi fa: diciotto anni dopo, il paesaggio è più o meno “rotto” di prima?

«È senza dubbio più rotto di prima. La cosa sorprendente di questo momento potrebbe essere forse, parafrasando Elsa Morante, un mondo salvato dalle ragazzine. Sono a dir poco sbalordita dal rimprovero che stanno rivolgendo al mondo adulto, e non si tratta più solo di Greta. Si tratta di un movimento unico nella storia umana, in prevalenza guidato al femminile, dove dei cuccioli rimproverano i loro maestri. Se dovessi riscrivere “Paesaggio” penserei soprattutto a loro».

Sul sito del Teatro Valdoca è disponibile il video del “rito sonoro” che ha debuttato nel 2021.

Euro 17-15. Info: 370 3685093

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