Tre denunce al mese: in aumento a San Marino le violenze sulle donne

In aumento le denunce sulla violenza di genere sul Titano che passano da 18 a 26. È quanto emerge dal report dell’Authority pari opportunità che fotografa i dati dal 1° gennaio al 31 ottobre scorso. Come spiega la referente Anna Maria Bugli, in sede civile sono 21 le segnalazioni per altrettante donne e 26 le denunce presentate da 24 vittime e 4 minori. Nel 2022 risultavano 18 indagini (per 25 donne) e 20 segnalazioni a tutela di altre 20. Inalterato dunque il numero di vittime: 45.
Ritratto in rosa
La relazione dell’Authority parla di violenze fisiche nel 24% dei casi e di soprusi fisico psicologici nel 71%. Quasi la metà delle malcapitate sono sammarinesi. Per quanto riguarda le straniere, sono coinvolte le origini più disparate, da Cuba alla Polonia, mentre le italiane si assestano al 10%. Proseguendo, la metà delle vittime ha un’occupazione, il 20% è senza lavoro e la restante percentuale è impegnata in attività saltuarie o risulta già in pensione. Quanto all’età, il 38% ha fra i 50 e i 59 anni, una su 4 fra i 18 e 29. In prevalenza, al 71%, a mancare di rispetto è il coniuge o il convivente. Nel dettaglio sono 45 i nuovi casi seguiti dalla Salute mentale ovvero psicologi o assistenti sociali, 35 le donne in carico al centro d’ascolto e 63 le situazioni monitorate dall’ufficio violenza di genere, fermo restando che una stessa donna può rivolgersi a più organismi.
I cambi che verranno
Intanto si vagliano proposte per varare modifiche legislative e risparmiare tempo prezioso. «Stiamo lavorando con l’istituto giuridico per cambiare l’articolo 19 – spiega ancora Bugli -. Ora la segnalazione, che può partire da vari soggetti (fra cui pronto soccorso o forze dell’ordine), arriva al tribunale civile che dà mandato ai servizi di aprire un’indagine familiare. Noi vorremmo invece che qualunque testimone potesse avvisare direttamente i servizi sociali per approdare solo se necessario al penale».
Futuro prossimo
Sul fronte della prevenzione, rileva che la scuola è da sempre in prima linea, dai concorsi artistici a tema che coinvolgono medie e superiori sino agli spettacoli teatrali, oltre alla novità messa in campo quest’anno dai licei, con l’organizzazione di un debate sulla figura del maltrattante, che alzasse il velo anche sulla comunicazione, ovvero come viene raccontata la violenza dai protagonisti e dall’opinione pubblica. Prossimo obiettivo? Il centro di prima emergenza «ovvero – come fa presente Bugli - un luogo sicuro e segreto dove portare le donne subito dopo la violenza in attesa che si azioni la macchina dei soccorsi». Ma non solo. Il protocollo siglato con l’ordine degli psicologi «sarà seguito a breve dall’intesa con gli avvocati perché siano a carico dell’Authority ma al minimo del tariffario assistenza psicologica e legale in favore delle vittime in difficoltà economica». Con una certezza, su cui punta l’accento, sul Titano non si è verificato «nessun caso di femminicidio».