San Marino, turismo: alta tensione sul decreto

San Marino

Sostegno al comparto alberghiero, un passo indietro e due avanti. Nella seduta consiliare della mattina Pedini rischia di dover ritirare il decreto ma nel pomeriggio la situazione si ribalta a suon di emendamenti. Oltre al danno si è evitata la beffa, rimarca il Segretario: «Da quattro anni non si investe un euro nel turismo che pur costituisce il 19% del Pil».

Ha spaccato l’aula consiliare ieri il decreto delegato 62, emanato il 12 aprile scorso, riguardante il credito agevolato a hotel dalle 3 stelle in su. A illustrarlo all’aula è il Segretario per il Turismo, Federico Pedini Amati, ma nonostante una sostanziale condivisione dei partiti, fioccano critiche, proposte di emendamenti e persino di ritiro del decreto. A non convincere molti è l’articolo 2 sui mutui pregressi che sarebbero sostenuti dal credito agevolato della Stato. Intanto dai banchi di Noi per la Repubblica, Maria Luisa Berti evidenzia la carenza di dati su cui fare proiezioni del costo a carico del Paese.

Luci e ombre

Rilancia Emanuele Santi, dalle fila di Rete, chiarendo che lo Stato si impegna a concedere alle imprese più colpite dal Covid, un credito agevolato in cui paga il 70% degli interessi sulle ristrutturazioni. Sull’articolo 2, ammette perplessità, sebbene gli emendamenti proposti cerchino di «mettere un limite»: dal tetto di 600mila euro alla riduzione al 50% dell’accesso ai crediti pregressi. Interviene anche il Segretario all’Industria Fabio Righi evidenziando come il decreto «ambisca a incentivi mirati per un settore in difficoltà non solo per il Covid». Mentre il consigliere di Libera, Guerrino Zanotti suggerisce di fermare la bocce e ragionare sulle criticità.

Pedini ribadisce l’impossibilità di estendere l’intervento a categorie inferiori alle 3 stelle. «Non usiamo risorse di bilancio ma degli albergatori», puntualizza chiarendo che il capitolo derivato dalla Tassa di soggiorno è una novità a fronte di versamenti in arrivo dal 31 luglio 2022. «Circa 600mila euro in una proiezione annuale, ossia il limite del finanziamento quota interesse».

Seguono scintille finché Emanuele Santi di Rete tira le somme. «Meglio rinviare il decreto – suggerisce – per evitare che sia inapplicabile o diventi un pastrocchio». Pedini fa un passo indietro «per distinguo prima inesistenti», poi rialza la testa denunciando «imboscate». Un vero peccato, perché «il Pil si fonda per il 19% sul turismo e voi – allarga le braccia –. Venite a fare il giochino del ritiro».

Colpo di scena

Prospettiva rovesciata nella seduta pomeridiana. Il decreto va avanti a colpi di emendamenti. Il secondo fissa un tetto massimo annuo del contributo dello Stato a 600mila euro per la copertura della quota interessi. Intanto voci bipartisan chiedono di estendere l’aiuto alle strutture con meno di 3 stelle che sono le più numerose e pagano la tassa di soggiorno che finanzia il progetto. Nessun favoritismo, replica Pedini. «Io sono qua per lavorare», taglia corto notando che le strutture meno stellate godono già di agevolazioni per opere fino a un milione di euro.


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