Il rebranding ha eliminato la parola experience, il piano di sviluppo presentato ieri invece punta ad aggiungere nuovi negozi, spazi dedicati al food ed eventi creati con e per il territorio, con l’obiettivo di sfruttare appieno le potenzialità di una struttura che dalla creazione è stata frenata prima dalla pandemia e poi dallo scoppio del conflitto russo ucraino che ha bloccato un mercato, quello dell’Est, che rappresentava uno dei target di riferimento.
Con un nuovo assetto che ha visto l’ingresso come soci di DeA Capital (fondo che gestisce qualcosa come 6 miliardi di euro) e Promos (colosso leader nel settore con una quota di mercato prossima al 30%) e una strategia di investimenti per 50 milioni di euro nel prossimo triennio, per il San Marino Outlet è iniziata ieri una nuova era.
Grazie anche alla nuova normativa illustrata dal segretario di Stato per il lavoro Alessandro Bevitori che, introdotta con il decreto delegato 139 del 7 novembre scorso, agevola l’ingresso sul Titano di brand e imprese dall’estero, il percorso avviato nel luglio scorso prevede tre step temporali. Il primo a brevissimo: nei prossimi giorni è infatti prevista l’apertura di 4 nuovi negozi (Naima profumerie, Marina Militare, Bottega del Sarto e Coccinelle) che porteranno il centro ad un totale di 51 attività, che saranno poi integrati nel corso del 2026 da altri store, in prospettiva anche legati al second hand. Nel 2027 sarà invece inaugurata una Food Court da 1.100 mq che ospiterà sei format di ristorazione e, entro la fine del 2028, prenderà avvio la seconda fase dedicata al segmento fashion, con un ampliamento di 9mila mq che porterà la superficie complessiva del San Marino Outlet a 26mila mq.
Quella presentata, come illustrato da Maurizio Borletti, dell’omonimo gruppo industriale, è l’evoluzione proiettata al futuro di un progetto partito 4 anni fa e pensato 6 anni prima. «Gli outlet sono una delle categorie retail che hanno saputo resistere meglio all’orientamento verso l’on line. Il percorso che prende il via è rivolto ad ampliare l’offerta, non solo al segmento premium o a quello di lusso, per rispondere a un mercato che negli anni è cambiato moltissimo. Il format coniuga prezzi convenienti, promozioni, servizi evoluti e un’offerta legata alla ristorazione in un’ottica di crescita con l’obiettivo di restare un punto di riferimento del territorio». E proprio il territorio è l’elemento centrale, come confermato da Pier Francesco Marcucci, investment director del fondo DeA Capital il cui core business è l’investimento in progetti imprenditoriali e industriali: «San Marino Outlet rappresenta il target perfetto per il potenziale che può esprimere» commenta. E al territorio ha fatto riferimento anche Filippo Maffioli, ceo della Promos, che dall’estate si occupa della gestione operativa dell’outlet. «Il percorso che abbiamo delineato punta su un’evoluzione concreta dell’offerta, con l’ingresso di nuovi brand, il completamento delle merceologie mancanti e un mix più contemporaneo e accessibile. A questo si aggiunge il potenziamento della ristorazione e dell’intrattenimento, elementi chiave per aumentare la permanenza, la frequenza di visita e la capacità attrattiva verso residenti e turisti. La nuova immagine e il nuovo posizionamento del San Marino Outlet, più vicini al territorio e al potenziale della riviera, ci permetteranno di dialogare con un bacino molto più ampio. È un processo che renderà il centro non solo un luogo di shopping, ma un riferimento stabile per il territorio». E i primi riscontri, in attesa del bilancio di fine anno, sono positivi: «Superata la soglia dei 50 negozi, chiuderemo il 2025 con una crescita in doppia cifra e un fatturato in aumento». Un cammino, quello intrapreso, che come illustrato nel corso della presentazione del piano di sviluppo del San Marino Outlet, «rafforza l’asset, ne amplia l’offerta e lo consolida come polo di attrazione per residenti, turisti, brand e investitori».