Statuto di Banca centrale, via libera alle modifiche tra i veleni. È scontro aperto sul segreto di ufficio e i criteri di onorabilità ritenuti dalle opposizioni «troppo laschi».
San Marino, nuovo statuto per la Banca centrale: adeguamento agli standard europei
Banca centrale
Con 36 voti favorevoli e 14 “no” è stata approvata la legge in seconda lettura che cambia in alcuni punti lo statuto di Banca centrale. Da un lato maggioranza e governo difendono la necessità «di un adeguamento agli standard europei», mentre le opposizioni «denunciano il pericolo di uno sbilanciamento dei poteri a beneficio dell’istituto di via del Voltone». «Si tratta di interventi mirati – ribatte il segretario alle Finanze Marco Gatti – che servono a chiarire aspetti rimasti ambigui nella normativa vigente e ad allinearci al quadro europeo, in particolare in vista dell’Accordo di associazione». Ricapitolando «la Banca Centrale deve avere gli stessi standard che richiede ai soggetti vigilati». Il discorso non convince gli esponenti di Repubblica futura che liquidano i nuovi requisiti perché rischiano di far rimanere in carica anche chi, se candidato ex novo, risulterebbe non eleggibile.
Il segreto d’ufficio
Nel mirino della minoranza anche la modifica del segreto d’ufficio. Da qui la modifica del testo: «Se la locuzione “su proposta di Banca Centrale” genera equivoci la possiamo togliere. Con questa riforma introduciamo chiarezza: definiamo il segreto d’ufficio e specifichiamo quando non può essere opposto», chiude la questione Gatti. Caustico Fabio Righi (Domani-Motus liberi): «Qualche ritocchino qua e là e poi il grande vero intervento è quello portare a un silenzio tombale quanti entrano in contatto con un’autorità, per avere strumenti ulteriori di controllo».
Nelle prossime sedute si affronteranno temi roventi come l’Accordo Ue, l’approvazione della Legge sull’Icee e la creazione di una commissione d’inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative sul caso del pedofilo esploso nei mesi scorsi.