San Marino, modifiche allo statuto di Banca centrale: direttivo a maggioranza sammarinese

San Marino

Al centro della Commissione Finanze, in calendario dall’8 luglio a oggi, resta il dibattito sul progetto di legge con le modifiche allo statuto di Banca Centrale. La seduta di martedì sera ha visto respinti tutti gli emendamenti delle opposizioni, mentre è passata la proposta del Governo di aggiornare le disposizioni per la composizione del Consiglio direttivo di Bcsm con l’obiettivo di avere presidente e cinque consiglieri nominati dal Consiglio grande e generale. Requisito imprescindibile? La maggioranza di queste figure deve essere sammarinese, o residente, facendo rientrare anche il presidente in questo conteggio. «A differenza della precedente, l’attuale maggioranza - specifica il segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti - ritiene prioritario mantenere una rappresentatività maggiore da parte di cittadini e residenti, anche per rafforzare il legame con il territorio».

Botta e risposta

Non sono mancate le scintille specie dall’opposizione. Emanuele Santi (Rete) in primis ha ribadito la richiesta che, alla luce di un provvedimento molto tecnico, oltre alla semplice lettura dell’articolo, ci fosse anche una spiegazione del contenuto. Altro caposaldo per Santi è che Bcsm sia autonoma nella gestione, sebbene non possa darsi da sola l’indirizzo che spetta al parlamento. Dal canto suo Gatti nota che l’obiettivo principale è rivedere e semplificare collegamenti normativi ormai datati, «adeguandoli agli aggiornamenti». Una riflessione che solleva le perplessità di Nicola Renzi (Repubblica futura), soprattutto sulla definizione di intermediari autorizzati. Ora - segnala - si parla di soggetti autorizzati a esercitare una o più attività riservate ai sensi della Lisf (Legge sulle imprese e sui servizi bancari, finanziari e assicurativi). Questo - sostiene ancora l’esponente di opposizione - va a restringere il campo rispetto alla definizione precedente che era molto più ampia parlando di intermediari finanziari, assicurativi nonché degli uffici di rappresentanza e così via». «La risposta è semplice - replica il segretario - se mantenessimo due definizioni separate, una nello statuto e una nella Lisf, rischieremmo di creare disallineamenti o difformità». Tra le novità palesate anche l’obbligo per la società di revisione di allegare la propria relazione al bilancio prima dell’approvazione, rafforzando così il sistema dei controlli e garantendo più trasparenza.

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