San Marino. La Guardia di rocca punta su Atena: «Così l’IA rivoluzionerà le indagini»

San Marino

La Guardia di rocca proiettata nel futuro, «così l’intelligenza artificiale rivoluzionerà le indagini». Si chiama Atena, non a caso, come la dea nata dalla testa di Zeus, e saprà farsi valere sia nella lotta contro i cybercrimini che nell’analisi in tempi brevi di un’enorme mole di dati. Tutto parte da Osint (acronimo di Open Source Intelligence), una metodologia di intelligence che si basa sulla raccolta e analisi di informazioni disponibili a tutti gli utenti, da fonti aperte, per ottenere informazioni utili a valutazioni o per rispondere a specifiche domande. «Grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale - spiegano dalla Guardia di rocca - i chatbot a cui abbiamo dato impostazioni di percorso sono diventati strumenti raffinati in grado di comprendere e rispondere alle richieste degli utenti in modo sempre più naturale, rapido e efficiente. In pratica l’operatore abilitato a usare il chatbot viene rimandato agli Open Source, programmi da cui vengono ricavate le informazioni a livello internazionale». Un cambio di passo che non prevede spese ed è iniziato tre mesi fa. «Stiamo sviluppando la nostra chatbot AI chiamata Atena, per le attività investigative - specificano -. Potrebbe individuare le eventuali falle subìte dai sistemi di sicurezza delle reti sammarinesi ma anche la fuoriuscita di documenti top secret. Una chat, questa, che sarà a uso esclusivo della sezione operativa e della polizia giudiziaria» E c’è dell’altro. Proprio in merito alle attività investigative, in particolare sui reati informatici, nei giorni scorsi il personale della sezione operativa è stato accreditato sull’apposito portale Law Enforcement di livello internazionale, dove sono registrate oltre 15mila società, tra cui i maggiori intermediari finanziari e di cripto valute. Il portale risulta, dunque, «uno strumento indispensabile per ogni tipo di attività investigativa nei reati informatici e finanziari, ad oggi, sono pochi gli operatori di polizia accreditati: nella sola Emilia-Romagna solo due operatori sono autorizzati ad accedervi». Strumenti, concludono, «che con il tempo saranno implementati diventando alla portata di tutti gli operatori. Il che garantirà un vantaggio in termini di attività investigativa per gli inquirenti ma anche per chi subisce reati e si reca a denunciare».

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