San Marino, il segretario di Stato Beccari: “Facciamo pace con il voto all’estero, superare norme ormai antistoriche”

«Dobbiamo fare pace con il voto all’estero». È ruotata attorno a questo tema principale la commissione consiliare permanente Esteri tornata a riunirsi ieri. «I nostri concittadini residenti all’estero - ha esordito il segretario agli Esteri Luca Beccari - chiedono da tempo una revisione delle procedure di voto, ossia il superamento di quelle discriminazioni che riguardano i processi di riacquisizione della cittadinanza e soprattutto una parificazione per le linee di discendenza». Non cela il suo parere («San Marino deve fare pace con il voto estero»), per scongiurare l’esodo verso il Titano ad ogni votazione, per poi invitare la commissione a un approccio «stabile e duraturo», scongiurando «qualsiasi fenomeno distorsivo». Non è possibile, in sostanza, che ad ogni tornata elettorale venga cambiata la legge sul voto. Quello che i residenti all’estero lamentano è il sentirsi trattati come cittadini di serie “B” a fronte «di norme antistoriche».
Il dibattito
Un ragionamento, il suo, che non convince Nicola Renzi (Repubblica futura) che deplora come incostituzionale «l’arrivare al cambiamento della legge elettorale alla fine di una legislatura». Spara a zero anche sul tentativo di blitz poi sventato della segreteria agli Interni e sui segretari di Stato in visita alle comunità, accompagnati da alcuni consiglieri di maggioranza. Da qui la proposta che, in tali visite, ci sia un delegato della maggioranza e uno delle opposizioni. Quanto alla posizione di Rf, per quanto riguarda il voto, è sempre stata quella del Collegio estero su cui è allineato Matteo Rossi, Psd. Altro appunto? I sindaci non devono essere candidati. Il timore di Matteo Zeppa (Rete) è che, vista la mole di lavoro che grava sulla commissione riforme, ci si ridurrà a modificare la questione «in prossimità delle elezioni». Da Motus Fabio Righi punta tuttavia i fari sull’identità digitale come strumento «utile a garantire la veridicità del voto a distanza». Terminato il dibattito, il parere viene adottato all’unanimità con 10 voti favorevoli insieme all’integrazione proposta da Rf per impegnare la segreteria a un protocollo che favorisca rapporti e confronto «tra forze politiche e comunità all’estero».